“Il sistema carcerario così come è strutturato attualmente non funziona. Come ha denunciato, di nuovo, il Sappe Liguria, citando l’esempio del carcere di Genova Marassi, il Governo sta dimostrando un reale disinteresse per le condizioni di sicurezza all’interno delle carceri.
Iniziando dal sovraffollamento, con 730 detenuti che devono convivere in spazi per 525 posti.
Seguendo con le condizioni di sicurezza, sia per i detenuti che per gli agenti, con quasi 100 atti di autolesionismo, 73 colluttazioni e 40 ferimenti, un decesso per cause naturali e continue aggressioni che subisce la Polizia penitenziaria”.
Lo ha dichiarato oggi la consigliera comunale e presidente della commissione Pari opportunità, Francesca Corso (Lega), dopo che la notte scorsa un detenuto italiano si è tolto la vita nell’istituto di pena genovese.
Italiano si toglie la vita in carcere a Marassi
“A questi dati – ha aggiunto Corso – si devono aggiungere due suicidi, l’ultimo avvenuto questa notte. Un oscuro esempio che sottolinea ancora di più quanto sia insufficiente il numero degli agenti nelle carceri, rispetto al numero dei detenuti che dovrebbero controllare.
Come ha spiegato il segretario del Sappe Michele Lorenzo, inoltre, il 33% dei detenuti è tossicodipendente, il che implica anche una necessità di incrementare il numero di personale medico e paramedico, insufficiente per riuscire a seguire tutti i casi.
Dopo avere ascoltato le sigle sindacali in commissione consiliare, ho deciso di prendere l’impegno di effettuare dei sopralluoghi nelle carceri genovesi per capire in prima persona quelle che sono le problematiche che le Forze dell’ordine devono affrontare.
Siccome il ministro Alfonso Bonafede ha totalmente dimenticato la riforma del sistema carcerario, ritengo necessario che le istituzioni sia comunali che regionali sollecitino il governo centrale per trovare una soluzione ai problemi di sovraffollamento e di inadeguatezza delle carceri sul territorio locale e regionale”.