L’attuale Garante regionale dei diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza Francesco Lalla interviene nella delicata questione della refezione scolastica, in particolare sul pasto domestico sostitutivo del servizio di mensa: alcuni genitori rivendicano come diritto che sia consumato in locali separati dalla stessa mensa.
Al termine di diversi incontri con famiglie, dirigenti scolastici e, infine, con l’assessore alle Politiche dell’istruzione del Comune di Genova Barbara Grosso, l’ex procuratore capo di Genova ha “invitato i direttori scolastici a venire incontro, dove sia possibile, a questa richiesta” sottolineando, però che “questa non rappresenta un diritto e che il momento della refezione resta una preziosa occasione di socialità, di condivisione con una profonda valenza educativa per il bambino”.
“Secondo una recente sentenza della Cassazione – ha spiegato Lalla – l’autorefezione individuale non costituisce un diritto soggettivo perfetto o incondizionato. Tuttavia, è lecito e comprensibile, per lo meno in alcuni casi motivati, la richiesta delle famiglie di poterne usufruire.
Il dirigente scolastico, valutate le condizioni di ordine amministrativo, didattico e di igiene, può o meno accogliere questa richiesta motivando la sua decisione.
Qualora la richiesta venisse accolta, bisogna tener presente che il pasto da casa non potrà essere consumato, proprio per le condizioni citate in precedenza, nella mensa collettiva e dovrà essere assicurato in un luogo predisposto, idoneo e assistito.
In quest’ultimo caso non si può escludere la collaborazione delle famiglie nei limiti consentiti dalla normativa scolastica.
Nella complessità di questa situazione va richiamato il concetto della valenza pedagogica della socializzazione, e quindi della refezione scolastica come momento educativo condiviso tra i giovanissimi fruitori della mensa e occasione della compartecipazione, che è parte integrante del progetto formativo scolastico”.
Il garante, dunque, ha invitato genitori, famigliari e tutti gli adulti in generale a riflettere sulla complessità di questo tema e cita una recentissima dichiarazione della Corte di Cassazione secondo cui “i genitori sono tenuti anch’essi, nei confronti dei genitori di interessi contrapposti, all’adempimento dei doveri di solidarietà sociale, oltreché economica, richiesti per l’affermazione dei Diritti inviolabili dell’uomo, a norma dell’articolo.2 della Costituzione”.