Oggi circa 1500 persone hanno partecipato alla manifestazione per dire “NO” al progetto di biodigestore di Saliceti, nel Comune di Santo Stefano Magra.
Si tratta, secondo associazioni di ambientalisti e comitati di cittadini, di una località “nei pressi del fiume Magra che accoglie già impattanti insediamenti e si trova a pochi metri da una importante falda acquifera”.
Secondo i piani di Regione Liguria, il biodigestore dovrebbe trattare i rifiuti umidi di tutto il levante genovese.
I manifestanti, guidati dagli organizzatori del coordinamento No al biodigestore di Saliceti, hanno invaso con striscioni e cartelli la via Cisa, per un lungo corteo a cui hanno partecipato diverse comitati ambientalisti ma anche alcuni amministratori locali: “No alla rumenta, sì all’ospedale”.
Sul caso di Saliceti oggi è intervenuta anche la capogruppo regionale del M5S, Alice Salvatore: “Germania 2011. Epidemia di Escherichia Coli che ha causato 18 morti e migliaia di casi di botulismo osservato negli animali tra l’estate del 2011 e l’inizio del 2012. Ricercatori indipendenti tedeschi ed europei indicarono come possibile causa la presenza di biodigestori nella zona di scoppio dell’epidemia.
Michele Stretti, ex amministratore della ReCos, nel 2018 ebbe a dire: ‘Pericoloso? […] Non posso dire che non lo sia, ma il tema importante è come neutralizzare le possibilità di incidenti riducendole sensibilmente. Garantire lo zero assoluto è impossibile’.
La direzione di ReCos dichiara poi: ‘la velocità di transito dell’acquifero si attesta nel range temporale ricompreso fra il minimo di 60 giorni (due mesi) e il massimo di 156 giorni (5 mesi) perché qualsiasi fuoriuscita nel terreno possa interferire con la più vicina zona pozzi dell’acquedotto pubblico’.
Questi sono dati di fatto e comprovano che il biodigestore di Saliceti non va fatto. È una bomba a orologeria messa nelle case di tanti cittadini, adulti, bambini, donne. È una questione seria e non va presa sottogamba come fanno la Giunta regionale e tutte le amministrazioni interessate.
Capiamo che si parla di milioni di euro per Iren. Ma i soldi non possono passare sopra la salute delle persone. È inammissibile che al grido d’allarme del territorio si continui a rispondere anteponendo le esigenze imprenditoriali del colosso ReCos-Iren.
Io sono ben conscia delle criticità e accolgo da sempre le preoccupazioni dei cittadini. Da tempo propongo che, anziché il tossico e faraonico biodigestore caldeggiato dalla Giunta ligure, si prevedano micro e medie impiantistiche di compostaggio aerobico (ossia in presenza di ossigeno, quindi un processo naturale di trattamento), che non produce scarti e inquinanti, ma compost di alta qualità immediatamente fruibile.
Una proposta questa che, come ribadisco da tempo, rientra pienamente nel concetto di economia circolare raccomandata dall’Unione Europea e già rilanciata dal nostro Ministro dell’ambiente Sergio Costa a livello nazionale”.