Dietro la tragedia di Quargnento nella quale sono morti tre vigili del fuoco e ci sono stati due feriti, ci sarebbe un tentativo di truffa ad un’assicurazione.
Per questo motivo i carabinieri hanno fermato la scorsa notte Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina saltata in aria.
A renderlo noto il procuratore di Alessandria Enrico Cieri nel corso di una conferenza stampa.
L’uomo fermato avrebbe confessato, negando però l’intenzione di volere uccidere. La moglie di Giovanni Vincenti è indagata a piede libero, rende noto il procuratore.
Le cose si complicano, però, per Giovanni Vincenti che poteva evitare la tragedia. Secondo gli inquirenti, Vincenti, infatti, era stato informato da un carabiniere che il primo incendio era quasi domato e non avrebbe detto che, all’interno del cascinale, c’erano altre cinque bombole che continuavano a far fuoriuscire gas. In questo modo si sarebbe potuta evitare la tragedia.
Secondo le indagini e le ammissione dell’uomo, l’esplosione doveva essere una sola ma un errore nella programmazione del timer, collegato alle bombole del gas, ha provocato la tragedia. Un’esplosione unica, infatti, doveva avvenire all’1.30, mentre un timer era dettato per la mezzanotte.
Ora Vincenti è accusato di disastro doloso, omicidio e lesioni volontarie per l’esplosione che la notte tra il 4 e il 5 novembre ha distrutto un cascinale.
La vicenda sembra, però, che abbia ancora dei contorni non del tutto chiariti.
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