25 novembre Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne le origine spesso sono brutte abitudini sociali e culturali
Malgrado i progressi fatti, la donna rimane ancora e troppo spesso vittima di situazioni di violenza. Esistono molte forme di violenza, alcune più esplicite e facilmente riconoscibili, perché i segni sono evidenti sul corpo, e poi ce ne sono altre molto più subdole, che non sono visibili a un osservatore esterno, ma che lasciano ferite indelebili e sono in grado di distruggere internamente la persona.
In occasione della Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra il 25 novembre, gli esperti di Guidapsicologi.it hanno deciso di affrontare questo tema così importante e urgente tanto per la donna quanto per la società intera.
Origine e storia – cause sociali e culturali
La violenza sulla donna ha origini antiche e vede coinvolte la maggior parte delle culture mondiali, dove l’uomo rappresenta la forza, il comando e la ragione. Complici i sistemi sociali e le religioni, la donna rappresenta invece la subordinazione, la mera esecuzione e la capacità di adattamento. Il problema è complesso: questi sistemi di valori sono talmente radicati nelle ideologie e nei singoli, che le stesse donne finiscono per assecondare e giustificare comportamenti da condannare a priori.
La denuncia, l’ascolto e la formazione delle nuove generazioni sono gli strumenti fondamentali per modificare in modo netto questa situazione di disparità e sottomissione della donna.
La ricerca più diffusa è violenza psicologica
La conferma dell’inquietudine femminile al riguardo, arriva dai dati interni del portale Guidapsicologi.it, che rivelano che il maggior numero di ricerche effettuate sono finalizzate a trovare informazioni sulla violenza psicologica. Un dato inquietante. Ancora di più se affiancato da quanto emerso dallo studio ISTAT (2015), secondo cui sono 6 milioni e 788 mila le donne che hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale.
Il problema della violenza psicologica è molto delicato e complesso da individuare e dimostrare, proprio per questo le donne si interrogano sui segnali che permettono di riconoscerla: in molti casi hanno bisogno della conferma del fatto che smettere di accettare e denunciare è lecito, che non solo è in loro potere ma che è la cosa migliore che possono fare, perché non sono sole e non devono avere paura né vergogna di uscire allo scoperto, dichiarandosi vittime di violenza.
Come si riconosce la violenza di genere
È importantissimo riconoscere alcuni comportamenti tipici della violenza di genere. Identificare, arginare e denunciare. Alla base ci sono relazioni di dipendenza, costruite su legami tossici all’interno di una dinamica di coppia disfunzionale che si manifestano in atteggiamenti patologici, quali la tendenza alla continua svalutazione, l’atteggiamento passivo-aggressivo, il vittimismo, la gelosia patologica ed altre modalità manipolatorie: tutte caratteristiche tipiche della personalità narcisistica che di fatto combacia perfettamente con quella della vittima fragile-empatica. Attenzione: si tratta di una problematica che coinvolge donne e uomini di tutte le età, formazione e classe sociale. Ecco come si manifesta:
Violenza giustificata dalla semplice appartenenza al genere femminile
Linguaggio sessista
Disuguaglianza uomo e donna
Violenza che inizia nella maggior parte dei casi con quella di tipo psicologica
Offese, minacce e umiliazioni
Aggressioni fisiche
Aggressioni sessuali
Controllo costante e stalking
Generazione di senso di colpa della vittima
Isolamento sociale
Cosa fare se si è vittime di violenza di genere
Il primo passo è la denuncia insieme all’allontanamento da colui da cui si subisce violenza. In parallelo o successivamente è molto probabile che si abbia bisogno di supporto psicologico per riuscire a superare le conseguenze di questo tipo di violenza. In caso ci siano figli, sono da considerarsi ulteriori vittime della violenza di genere, ed è bene pensare che anch’essi possano aver bisogno di intraprendere un percorso psicoterapeutico per superare il trauma delle aggressioni. Non è escluso da un processo di riabilitazione psicologica l’aggressore, che oltre a passare per un giudizio legale dovrà seguire un cammino di psicoterapia.
«Quando ci rendiamo conto di essere vittime di violenza psicologica, per uscirne occorre intraprendere un lungo e difficile percorso di consapevolezza e bene verso se stesse. In tutto questo è fondamentale riconoscere di avere bisogno di un sostegno psicoterapico, inteso in questo caso come atto di coraggio e consapevolezza», afferma la dott.sa Daria Puppo, «Intraprendere un percorso di autostima che permetta la focalizzazione sui propri bisogni e desideri, riflettendo inoltre sui risultati e successi che fino ad oggi ottenuti e percependo il proprio valore».
Quando una persona che amiamo è vittima di violenza di genere
Le persone vittime di violenza di genere vanno ascoltate in silenzio, senza emettere giudizi per non rischiare di compromettere un processo di accettazione e liberazione che molto spesso, purtroppo, richiede tempi lunghi. Un appoggio incondizionato è ciò di cui una donna vittima di violenza ha bisogno, anche in caso non sia ancora pronta a riconoscersi come tale.Affetto, supporto e coraggio per denunciare e allontanarsi il prima possibile da una situazione distruttiva, capendo che non ha senso sperare in un miglioramento e in un cambio che non arriveranno mai: la presa di coscienza è il punto di partenza della liberazione.