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Anna dei miracoli al Duse, riflettere sull’handicap

Anna dei miracoli al Duse, riflettere sull'handicap

Due genitori e una figlia, Helen, con la quale non si comunica perchè è nata cieca, sorda e muta.  Solo  gesti di rabbia o senza un senso apparente. Un caso rarissimo, che non si sa come gestire.

La madre  si rifiuta, con ragione, di chiuderla in un istituto e assume Anna, un’educatrice  semi cieca, quindi assai sensibile a questo tipo di problematica. Un lavoro duro quello che tocca ad Anna, che però, con la sensibilità acquisita di creatura handicappata, riesce alla fine a carpire il filo conduttore del comportamento di Helen, l’istinto di rivolta, nato dalla sofferenza, che ha imparato ad usare per continuare ad imporre i suoi comportamenti irrazionali e capricciosi.

Anna lavora con competenza ed ostinazione per entrare in contatto con la giovane  attraverso l’unico canale possibile, quello  del tatto. Il costante esercizio al quale la sottopone l’educatrice riesce a far si che Helen arrivi a collegare le cose tastate ai loro nomi, pazientemente digitati sulla sua pelle da Anna, aprendosi così ai contatti umani consapevoli.

ANNA DEI MIRACOLI”, in scena fino al 12 gennaio alla sala Duse, con Mascia Musy protagonista, fa riflettere sulla gestione dell’handicap grave e sulle risorse, spesso sottovalutate dai “normali”, di chi ne è afflitto, che diventano  di vitale importanza anche per il futuro, quando i genitori non ci saranno più.

«Una storia vera – spiega la regista –  che racconta l’epocale passaggio alla lingua dei segni, considerata tra le prime dieci grandi scoperte della storia moderna, un bene immateriale dell’umanità, una rivoluzione linguistica che ha permesso di aprire un dialogo tra chi parla e chi non parla».

Lo statunitense William Gibson, scrisse questo testo (Miracle Works) prendendo spunto da una storia realmente accaduta in Alabama nel 1880. L’opera, divenuta famosa in tutto il mondo, debuttò a Broadway nel 1959, rimanendo in cartellone per ben tre anni consecutivi. Il successo sul palcoscenico fu seguito da una trasposizione cinematografica, Miracle Worker, per la regia di Arthur Penn, con Anne Bancroft protagonista e vincitrice del premio Oscar nel 1963. In Italia si ricorda la storica edizione teatrale con Anna Proclemer e,d Ottavia Piccolo,  per la regia di Luigi Squarzina (1960).

In scena fino al 12 gennaio alla sala Duse, con Mascia Musy, Fabrizio Coniglio, Anna Mallamaci, Laura Nardi, adattamento e regia di Emanuela Giordano, una produzione di Franco Parenti per la Lega del Filo d’Oro.

Elisa Prato