Gran parte delle persone comuni non sanno che la pelle è scientificamente un organo al pari del cuore o dei polmoni, per la precisione è il più grande organo del corpo umano. Proprio per la sua particolarità di essere visibile anche ad occhio nudo, e conseguentemente esposto anche a fattori esterni, la ricerca e sviluppo del settore prospettico non sta conoscendo arresti malgrado la crisi economica.
Le bizzarrie climatiche sempre più frequenti ed intense, accompagnate dall’aumento dell’inquinamento terrestre e degli agenti chimici aggressivi sempre più numerosi nell’aria, costringono donne e uomini a utilizzare quotidianamente una crema idratante per mantenere una protezione ed un livello di idratazione bilanciato della pelle malgrado il suo stress.
Come ogni altro organo del corpo, anche tutto il sistema dermatologico è strettamente legato all’equilibrio biochimico dell’organismo per il suo mantenimento in piena efficienza. Si pensi alla vitamina D tanto importante per il metabolismo del calcio e del fosforo, che contribuiscono alla robustezza e al benessere di tutte le ossa: la vitamina D è un pro-ormone che, per il tramite di complessi processi chimici, in abbinamento al colesterolo è in grado di accumularsi nel fegato per sintetizzare quanto necessario per l’apparato scheletrico. La pelle è importantissima per la produzione fisiologica di vitamina D, in quanto la gran parte di quest’ultima non viene acquisita dagli alimenti ingeriti ma bensì viene prodotta grazie alla captazione dei raggi del sole sulla superficie cutanea.
Secondo recentissime evidenze scientifiche di ricercatori dell’Università Statale dell’Oregon la vitamina D può aiutare fortemente a prevenire le infezioni, in particolare quelle dovute a ferite sulla pelle. Lo studio, pubblicato sul Journal of Steroid Biochemistry and Molecular Biology, descrive come la vitamina D (presente in pochi alimenti tra cui fegato di manzo, formaggio, tuorli d’uovo e pesce grasso) promuove la produzione della catelicidina (CAMP), una sostanza antimicrobica fatto di cellule immunitarie e cellule che fanno da barriera contro le infezioni.
I ricercatori hanno infatti effettuato esperimenti sui topi innestando in quest’ultimi il gene CAMP umano, i quali hanno mostrato una maggiore resistenza alle infezioni intestinali e da Stafilococco proprio sulla pelle. Lo scienziato dell’Università dell’Oregon Adrian Gombart, scienziato – uno degli autori dello studio – ha affermato nel comunicato stampa: “Con il nostro modello di topo, abbiamo dimostrato che il trattamento di una ferita della pelle infetta da Stafilococco Aureo con la forma bioattiva di vitamina D ha ridotto significativamente il numero di batteri nella ferita”.
Anche nel settore dermatologico è sempre più sentita l’esigenza di ridurre il consumo di antibiotici, una vera emergenza per via della antibiotico-resistenza così come ufficializzato da tutti gli organismi internazionali che vigilano sulla salute, per cui questa alternativa terapeutica con un minor impatto chimico è la benvenuta. Oltre a questo l’attenzione rimane elevata sulla sicurezza dei prodotti generati dall’uomo, come i cosmetici tanto amati sia per ragioni di bellezza che talvolta per sopperire a danni epidermici, che in casi clamorosi presentano elementi naturali come l’amianto notoriamente nocivi per l’uomo.