Tutto il Genoa davanti. Mattia Perin si racconta e lo fa nel cuore della storia rossoblù, al Museo del Genoa. Davanti la bacheca con la divisa di Giovanni De Prà, quella del suo esordio in Nazionale, anno 1924. Alle spalle di Mattia le maglie che raccontano la storia del più antico club del calcio italiano. Un abbraccio, è il passato che va custodito, è il futuro che si vuole costruire. Tutto è nitido. “E i fatti parlano chiaro” dice Mattia al Museo. Le telecamere girano per uno speciale di Genoa Channel. “Tornare è stata una scelta facile. E’ come se non me ne fossi mai andato…”. Basta riavvolgere il nastro. Un anno e mezzo fa si raccontava il congedo del portierone. “Alla Juventus ho imparato tanto, a partire dall’umiltà dei campioni. Una decisione che riprenderei. Così come sono attaccato a Genova e a questi colori. Cinque campionati in A, dieci contando le esperienze giovanili. Qui è nata Vittoria”. Che è il nome della prima figlia di Mattia. Amore, prima di ogni altra cosa. E poi, certo, la volontà che anima ogni verso sportivo. Se ne parla, aspettando Genoa-Cagliari. “Sarebbe bello succedesse domenica. Siamo consapevoli che il 100% non basti più. Per tirarci fuori dobbiamo essere la miglior versione di noi stessi. In campo e fuori”.
Questo è il Genoa, il passato va custodito, il futuro costruito. Mattia lo sa e lo fa: “Quando mi ha chiamato il presidente ho detto sì. E ringrazio il mister. Voglio trasferire quello che ho imparato ai giovani. Vogliamo essere un unico blocco. E sappiamo che dobbiamo migliorarci giorno dopo giorno. Ci sarà da lottare fino al 90’ dell’ultima partita, abbiamo bisogno dei tifosi e dell’effetto Marassi. I risultati passano dalle prestazioni, conta la continuità. Abbiamo enorme rispetto per il Cagliari, ma vogliamo prendere punti. Il campionato è lungo, c’è la necessità di accelerare. Ce la possiamo fare”. Tutti per il Genoa, parola di Perin.