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Mimosa Made in Liguria per tutte le donne del mondo

Mimosa Made in Liguria per tutte le donne del mondo

Nonostante la fioritura anticipata a gennaio, la mimosa Made in Liguria non ha deluso le aspettative del mercato in quanto a quantità e qualità

Il classico ramoscello giallo coltivato per il 90% proprio in Liguria, è stato l’ omaggio floreale più ricercato a livello nazionale ed internazionale per la Giornata della Donna, il momento dedicato  alla riflessione sulle conquiste politiche, sociali ed economiche del genere femminile.É quanto afferma Coldiretti Liguria sottolineando che, il caldo anomalo che ha colpito la regione negli scorsi mesi ha costretto gli imprenditori locali ad anticipare la raccolta di circa un mese rispetto al consueto, e a conservare il fiore della mimosa nelle celle frigorifero in modo da averlo a disposizione per l’ annuale appuntamento che lo vede protagonista dal Novecento ad oggi. Tuttavia soprattutto il vento che si é abbattuto nel ponente nel momento della raccolta, ne ha ridotto i quantitativi a disposizione : non essendoci abbondanza, il prezzo è rimasto stabile e, agli imprenditori locali non è rimasto di invenduto, fatto che sottolinea la ormai riconosciuta qualità e notorietà  del fiore ligure a livello nazionale ed internazionale.

 

La mimosa ha avuto origine dell’isola di Tasmania, in Australia, ed é stata introdotta come pianta ornamentale in Europa a partire dal 1800 per il suo caratteristico fiore piumoso dal colore giallo intenso e profumo inconfondibile.  Temendo gli inverni troppo rigidi si è adattata molto bene alle zone temperate soprattutto del ponente ligure dove la floricoltura è un settore di punta dell’economia locale. E’ apparentemente un fiore fragile, ma riesce ad attecchire su qualunque terreno, ed è per questo, oltreché  per il fatto di fiorire anticipatamente rispetto alla primavera astronomica, che è da sempre stato associato al genere femminile, diventando simbolo dell’8 marzo. Ma facendo un balzo nella storia, anche  secondo i nativi americani regalare un ramoscello di mimosa alla donna da conquistare simboleggiava la sua forza, la stessa forza, che a distanza di secoli si può usare per fare la differenza in un momento come quello che stiamo vivendo, pieno di incertezze, sia sanitarie sia economiche, causate da una psicosi sempre più pregnante a livello locale e nazionale.

“A livello nazionale la Liguria, in particolare la zona d’Imperia con le sue circa 1500 aziende che la coltivano in modo ecocompatibile sui tipici terrazzamenti, –affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è la massima produttrice di questo fiore, simbolo di forza e femminilità che già i partigiani portavano in dono alle loro staffette, e che non ha perso il suo ruolo di omaggio “DOC” per la Festa della Donna.  L’anticipo della fioritura a gennaio ha costretto i nostri imprenditori a correre ai ripari per conservare nel modo migliore possibile il fiore, e con attenzione e duro lavoro, sono riusciti a renderlo disponibile sul mercato anche per questo appuntamento.  Si ricorda che in occasione della festa della donna, e in qualsiasi altro momento dell’anno, acquistare fiori liguri significa contribuire alla valorizzazione del territorio e alla salvaguardia dell’ambiente, sostenendo un settore cardine della nostra economia e che a livello nazionale, conta 27mila aziende con 100mila addetti e vale complessivamente 2,5 miliardi di euro. I fiori liguri, dove si contano produzioni d’eccellenza tra cui  la mimosa, i ranuncoli, le anemoni, i papaveri, la ginestra ecc… , sono tra i più profumati, non solo perché non devono affrontare lunghi viaggi come invece avviene per quelli stranieri che arrivano meno freschi alla meta, ma anche perché molti produttori sono da sempre impegnati a selezionare varietà di altissimo livello  che pongono le nostre produzioni tra le migliori al mondo”.