Di seguito sono riportati alcuni dei farmaci e delle terapie che hanno dimostrato di avere il potenziale per sconfiggere o contrastare il nuovo coronavirus e che hanno terminato o sono ancora in fase di sperimentazione clinica in Cina.
Ovviamente, al momento l’arma migliore contro il Covid-19 è quella di seguire rigorosamente le regole. Ossia, tra le altre, evitare assembramenti, mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro (molto meglio almeno un paio di metri come hanno indicato gli esperti del CDC degli Stati Uniti) e lavarsi spesso e bene le mani.
L’elenco e le illustrazioni in sintesi sono stati pubblicati ieri dall’agenzia Ansa.
FAVIPIRAVIR
Il favipiravir, farmaco antinfluenzale approvato per l’uso clinico in Giappone (commercializzato come Avigan o Favilavir) nel 2014, ha ridotto i tempi per portare i pazienti ad analisi negative e non ha mostrato reazioni avverse evidenti in una sperimentazione clinica conclusa a Shenzhen, nella provincia meridionale del Guangdong. Anche un’altra sperimentazione condotta a Wuhan, l’epicentro della pandemia, ha dimostrato che l’effetto terapeutico del favipiravir è decisamente migliore di quanto rilevato per il gruppo di controllo. Una società farmaceutica cinese ha ricevuto l’autorizzazione dall’Amministrazione Nazionale per i Prodotti Medici per la produzione di massa del farmaco e per garantirne una fornitura stabile.
CLOROCHINA FOSFATO
La clorochina fosfato, un farmaco utilizzato per trattare o prevenire la malaria e per trattare le malattie autoimmuni, è stata utilizzata nel trattamento di 285 pazienti gravemente malati di Covid-19 in un ospedale di Wuhan senza che finora siano state trovate reazioni avverse evidenti. Nell’ultima versione delle linee guida per il trattamento, la clorochina fosfato è stata consigliata per i pazienti Covid-19 di età compresa tra i 18 e i 65 anni. La quantità indicata per i pazienti oltre i 50 chili è di 500 mg per dose, due volte al giorno per sette giorni. Le linee guida rilevano anche che non dovrebbero assumere clorochina fosfato nove gruppi di pazienti, tra cui le donne in gravidanza e i pazienti affetti da malattie croniche al cuore, al fegato e ai reni.
Oggi la terapia è Tocilizumab: protocollo redatto da medici S. Martino. Risultati incoraggianti
TOCILIZUMAB
L’ultima versione delle linee guida suggerisce l’uso del tocilizumab, noto con il nome commerciale Actemra, in pazienti con un livello crescente di IL-6 e con lesioni estese in entrambi i polmoni o sintomi gravi. Dal momento che molti pazienti gravi e critici di Covid-19 sono stati trovati con un livello più alto di IL-6 nel sangue, l’aumento del livello di IL-6 è stato indicato come un segnale di avvertimento che la situazione del paziente possa eventualmente deteriorarsi. Il farmaco è in fase di sperimentazione clinica in 14 ospedali di Wuhan. Fino al 5 marzo un totale di 272 pazienti gravi sono stati trattati con tocilizumab.
SPERIMENTAZIONE DI CELLULE STAMINALI
Diverse ricerche e sperimentazioni sull’applicazione di cellule staminali per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 sono state effettuate nel Paese, che comprendono un farmaco a base di cellule staminali che è stato approvato per la sperimentazione clinica e una terapia con cellule staminali mesenchimali. La terapia è stata utilizzata per trattare 64 pazienti in condizioni gravi e critiche, dimostrandosi efficace nel ridurre le reazioni infiammatorie gravi causate da Covid-19, oltre a ridurre le lesioni polmonari e la fibrosi polmonare nei pazienti. La Società Cinese per la Biologia Cellulare e l’Associazione Medica Cinese hanno diffuso congiuntamente delle linee guida per standardizzare la ricerca clinica e l’applicazione della terapia con cellule staminali contro Covid-19.
PURIFICAZIONE DEL SANGUE
La tecnologia di purificazione artificiale del fegato e del sangue è stata utilizzata per il trattamento di pazienti gravemente malati. I pazienti che hanno ricevuto questo trattamento hanno visto livelli ridotti di fattori infiammatori e miglioramenti nell’imaging del torace. Il tempo trascorso con l’assistenza di ventilatori è stato ridotto in media di 7,7 giorni e anche il tempo necessario per il monitoraggio in terapia intensiva è stato ridotto.