ALBENGA – Lo conobbi a Sanremo il 25 febbraio del 1971 da Luciano Lupi, in occasione del “vernissage” della sua bella personale alla Galleria d’ Arte Matuzia, in via Gioberti. Il Maestro del colore Carlo Farioli era nato il 5 maggio 1931 a Busto Arsizio. Pur avendo seguito i corsi serale dell’ Accademia di Brera si è sempre considerato un autodidatta. Nel 1971 aveva già alle spalle numerose ed importanti esposizioni a Torino, Mentone, Montecarlo, Nizza, Saint Paul de Vence, Napoli, Varese, Legnano, Casale, Montecatini, Diano Marina, Sanremo, Imperia e Genova.
Il suo rapporto con la Liguria fu sempre appassionato e costante. In particolare a Sanremo espose in svariate occasioni e fu più volte ospite del gallerista Lupi e del mecenate matuziano Augusto Andreini nell’ atelier di Via Zeffiro Massa.
Ad Albenga tenne un paio di mostre e realizzò i loghi per importanti aziende e manifestazioni sportive, culturali ed agricole. A Boissano conobbe la grande gallerista e collezionista ginevrina Madame Marie Louise Jeanneret presso il Centro Internazionale d’Arte dove incontrò numerosi artisti che vi lavoravano.
Insomma la Liguria fu vera fonte di ispirazione per numerosi lavori, anche se la passione per l’ arte lo portò a visitare più volte Francia, Spagna, Messico, Brasile ed Africa. Anche la religiosità nel corso della sua lunga carriera (Farioli è purtroppo mancato all’ età di 81 anni a Milano il primo marzo 2013) è stata un tema portante della sua ispirazione culminata nel pregevole “murales” della Trinità per l’ Altare della Chiesa di Boncore di Nardò.
Parlando proprio di quella mirabile realizzazione in occasione di un altro incontro mi confessò: “E’ un’opera a cui tengo moltissimo. E’ stata una cosa nata dal cuore. Quando il parroco mi disse che la sua chiesa aveva bisogno di una bella opera e c’era la parete tutta bianca subito mi sono offerto di dipingerla. Un lavoro impegnativo e lungo per le grandi dimensioni, ma grande soddisfazione per avere lasciato un segno così importante. I temi religiosi li sento molto. Del resto se non credessi nei valori religiosi, non riuscirei neppure a realizzare questi soggetti. In tutte le mie opere, ad animarle sono le emozioni, i sentimenti e le impressioni”.
Al tema religioso sono legati i suoi celebri e gioiosi “Chierichetti in festa” che lo hanno fatto conoscere in tutta Europa.
Artista a tutto tondo, e spesso estemporaneo, ha usato le più svariate tecniche passando con maestria dall’olio, all’ acrilico, all’acquerello. E’ stato illustratore, disegnatore, scultore, ceramista, incisore ed affreschista.
Amava profondamente la sua città Busto Arsizio che a sette anni dalla scomparsa non lo ha dimenticato organizzando nel suo ricordo (in collaborazione con la Fondazione Farioli), un importante premio.
“ Busto- mi disse- è sempre stata fonte per la mia ispirazione. Tantissimi lavori nascono da lei, soprattutto dalla Busto di un tempo. La serie di lavori che ho realizzato intitolata ‘Busto che scompare’ voleva essere proprio un omaggio a quel mondo che non c’è più”.
Farioli donò quelle opere al Comune, che ora sono conservate a Palazzo Marliani Cicogna. La presenza del Maestro in città è tuttora viva: a Busto è possibile ad ogni Natale ammirare il suo celebre Presepe realizzato per decorare l’altare della Chiesa di S. Michele, il grande monumento ai Vigili del Fuoco nella caserma cittadina, il monumento ai deportati in Germania dedicato agli operai delle Officine Meccaniche Ercole Comerio.
“Nelle sue opere – scriveva di lui Augusto Andreini- Farioli, maestro del colore, fa uso magistrale della pennellata e del disegno. Riesce con immediatezza a comunicare sensazioni e sentimenti. Artista poliedrico, in certi casi visionario, realizza, soprattutto nei suoi acrilici su tavola, il miracolo di descrivere la straordinaria bellezza della vita, con la sua complessità e molteplicità, dedicandosi con ardore e pienamente all’arte”.
Nel dicembre 2013, a circa un anno dalla scomparsa dell’artista i figli Elisabetta e Stefano, insieme a un gruppo di amici, hanno deciso di fondare un’associazione culturale che, oltre a ricordare il Maestro, promuovesse l’arte in ogni sua forma: pittura, scultura e fotografia. Per questo “Spazio Arte Carlo Farioli” si rivolge non solo agli artisti ed agli amanti dell’arte, ma anche a tutti coloro che hanno conosciuto Carlo, che l’ hanno apprezzato e stimato. Un invito a costruire, insieme, un luogo dove tener vivo l’amore per l’arte, passione per la quale egli ha sempre vissuto.
Comunque per coloro che desiderassero avere altre e più dettagliate informazioni sul Maestro Carlo Farioli e sulle sue opere è possibile visitare il sito Internet “Associazione culturale Spazio Arte Carlo Farioli”, o la pagina FB “Spazio Arte Carlo Farioli”.
CLAUDIO ALMANZI