Festa della Bandiera. Il vessillo di San Giorgio, croce rossa in campo bianco, fa bella mostra di se’ nei luoghi simbolo della citta’ e sui balconi dei genovesi per il secondo anno.
“Riteniamo importante – ha dichiarato oggi il sindaco Marco Bucci – riconoscere in questa insegna un simbolo di unita’ e di coesione di una citta’ che vuole continuare ad impegnarsi e a lottare per riconquistare un ruolo importante in Italia e nel mondo.
Non vogliamo e non dobbiamo rinunciare a celebrare questo giorno, anzi sfruttiamone l’opportunita’ per esaltare il senso di appartenenza e la consapevolezza del nostro patrimonio di eccellenze, di storia, cultura, arte, tradizioni.
Tra le nostre eccellenze permettetemi di ricordare tutto il personale sanitario che si sta adoperando nei nostri ospedali (e non solo) per fare fronte a questa tragica emergenza e ringraziarli per il lavoro esemplare che stanno svolgendo per i nostri malati, le cure professionali e umane che vengono dedicate a tutte le persone che stanno soffrendo a causa del coronavirus.
Questa festa intende riscoprire e farci riflettere anche sui nostri valori morali e culturali depositati saldamente nella nostra mente e nel nostro cuore, valori che sono importanti in ogni cultura o civiltà. Valori che siamo stati in grado di mettere in campo ogni volta che è stato necessario: la solidarietà, la generosità, l’altruismo, il senso civico, ma anche la caparbietà e la forza di reagire di fronte a situazioni difficili.
E quanti momenti tragici abbiamo vissuto negli ultimi anni, ma quanto è stata straordinaria la reazione di noi genovesi che oggi siamo presi ad esempio per il rilancio del nostro Paese! Un modello per l’Italia per forza, coraggio, voglia di reagire e tempestività!
La nostra è una città che vuole ripensare al passato per costruire il presente e per guardare al suo avvenire, ritrovando la sua antica grandezza. Una città che ha profonde radici ma vuole avere anche ali per volare verso il futuro. Non fermeremo il nostro volo verso il domani e supereremo anche la pandemia.
Insieme ce la faremo. Viva Zena, arremba San Zòrzo”.