“Sergio Basso,
Marco De Candussio,
Daniele Fratantonio,
Giuseppe Tusa,
Michele Robazza,
Maurizio Potenza,
Giovanni Iacoviello,
Davide Morella,
Francesco Cetrola.
Genova non dimentica le nove vite spezzate 7 anni fa dal crollo della Torre Piloti di Molo Giano. Anche stasera, come ogni anno, a Genova suoneranno all’unisono le sirene del porto. Perché niente può fermare il ricordo”.
E’ l’omaggio alle 9 vittime del tragico crollo pubblicato oggi su fb dal governatore ligure Giovanni Toti.
Intanto, sono stati temporaneamente interrotti i processi e le indagini sulla tragedia avvenuta quella maledetta sera del 7 maggio 2013 a Molo Giano.
Torre piloti, domani sirene in porto tornano a suonare per ricordare 9 vittime del crollo
Per il 12 marzo era stata fissata l’udienza in Cassazione per il filone principale, quello sul crollo, ma con il lockdown per il coronavirus è stata sospesa a data da destinarsi.
In appello era stato assolto il pilota del porto Antonio Anfossi (in primo grado era stato condannato a quattro anni) ed erano state confermate le assoluzioni per Giampaolo Olmetti, comandante d’armamento, e per il terzo ufficiale Cristina Vaccaro. I giudici avevano ridotto la condanna al comandante della Jolly Nero Roberto Paoloni (da 10 anni e 4 mesi a 9 anni e 11 mesi). In primo grado il primo ufficiale della nave cargo Lorenzo Repetto era stato condannato a 8 anni e 6 mesi (pena confermata) e a 7 anni il direttore di macchina Franco Giammoro (confermata).
La compagnia di navigazione Messina era stata condannata al pagamento di un milione e 500 mila euro perché ritenuta responsabile di illecito amministrativo relativo al comportamento del comandante. La pena era stata confermata.
Il secondo filone relativo alla costruzione della Torre piloti, proprio in quel punto, ritenuto pericoloso, che vede imputati costruttori e datori di lavoro delle vittime ,è ancora in primo grado e si sta cercando di capire dove svolgere le prossime udienze nel rispetto delle nuove norme sanitarie.
La procura aveva inizialmente chiesto l’archiviazione.
Era stata la tenacia della mamma di Giuseppe Tusa, una delle vittime, a fare approfondire le indagini e a portare a 12 indagati.
Il terzo filone, quello sulle presunte “certificazioni facili” rilasciate dal Rina, che vede indagate 35 persone tra dipendenti della società di certificazione navale e militari della capitaneria, è ancora in fase di indagini preliminari.