“I buoni spesa andranno a tutte le famiglie che ne hanno diritto e anche ai lavoratori delle mense scolastiche rimasti a casa dal 24 febbraio. Inoltre, sarà ampliata l’attività delle mense per le persone in difficoltà reimpiegando proprio una parte dei lavoratori rimasti a casa dalle scuole”.
Lo hanno comunicato oggi i responsabili del Comune di Genova.
“Per far fronte all’emergenza economica dovuta al coronavirus – hanno spiegato da Tursi – il Comune ha messo a punto un mix integrato di misure in collaborazione con le associazioni del Terzo Settore.
È il contenuto della delibera approvata oggi dalla giunta, su proposta degli assessori alle Politiche Socio-Sanitarie, Famiglia e relativi Diritti Francesca Fassio, alle Politiche Culturali, Politiche dell’Istruzione, Politiche per i Giovani Barbara Grosso, al Bilancio, Lavori Pubblici, Manutenzioni, Verde Pubblico Pietro Piciocchi.
Il primo punto prevede che tutti i nuclei famigliari risultati idonei riceveranno i buoni spesa da 100 euro. La graduatoria era stata redatta a inizio aprile per chi, a causa dell’emergenza sanitaria, è in difficoltà economica.
Erano risultate idonee le domande di 19.253 famiglie.
I fondi del Governo, le donazioni private e uno stanziamento comunale non avevano consentito di esaurire la graduatoria.
Con questo nuovo provvedimento, verranno soddisfatte le richieste delle 3555 famiglie ancora in lista d’attesa. A tal fine sono state destinate risorse economiche fino a 800mila euro.
Per la distribuzione dei buoni spesa ci si avvarrà, come in precedenza, dell’aiuto delle realtà del Terzo Settore.
La delibera prevede poi di sostenere i lavoratori, residenti sul territorio del Comune, delle aziende di ristorazione scolastica: riceveranno anche loro i buoni alimentari da cento euro per nucleo famigliare, prescindendo dal numero di componenti, con un costo per il Comune fino a 75mila euro, si tratta di circa 750 lavoratori.
Inoltre, sarà affidato alle stesse ditte, attualmente titolari del servizio di ristorazione scolastica, il servizio di preparazione e consegna di pasti caldi, con cui ampliare la capacità di risposta del Terzo Settore alle esigenze alimentari di una quota sempre maggiore di cittadini che bussano alle loro porte.
Per questa voce il Comune ha deciso di stanziare fino a 130mila euro, che permetteranno di riaprire alcuni centri di distribuzione che erano stati chiusi per l’emergenza coronavirus e di incrementare il numero e i giorni di apertura di altri servizi: così si potranno confezionare 24mila pasti monoporzione al mese.
In tutto, le erogazioni superano il milione di euro, mentre per la sospensione dei servizi educativi dal 24 febbraio al 30 giugno il Comune ha registrato un saldo positivo tra spese e minori entrate di 1.272 mila euro”.