Palazzo della Meridiana Genova. Riapre la mostra “Da Cambiaso a Magnasco. Sguardi genovesi” a cura di Anna Orlando.
Giovedì 21 Maggio alle ore 12 riapre la mostra “Da Cambiaso a Magnasco. Sguardi Genovesi” a cura di Anna Orlando.
E’ una ripartenza con il rispetto di tutte le misure necessarie per contrastare la diffusione del Covid19 e volta a garantire la visita in totale sicurezza: distanziamento tra i singoli visitatori, entrate dilazionate, sanificazione degli spazi e adozione dei necessari dispositivi di protezione individuale per la sicurezza .
“Siamo particolarmente felici di poter riaprire la mostra – dichiara Davide Viziano, Presidente dell’Associazione Amici di Palazzo della Meridiana – Dopo 2 mesi di chiusura ripartiamo con entusiasmo aprendo il portone di Salita San Francesco per accogliere i genovesi e tutti coloro che vorranno trascorrere momenti spensierati all’interno delle sale espositive.”
“Abbiamo tenuto compagnia virtualmente al nostro pubblico durante questi mesi di stop attraverso i social, la newsletter e il sito internet con curiosità, laboratori per bambini e approfondimenti – continua Caterina Viziano, responsabile culturale di Palazzo della Meridiana – ma adesso non vediamo l’ora di farvi vedere di persona i gioielli che la mostra racchiude.”
La mostra sarà visitabile dal Giovedì alla Domenica con orario 12-19 con ingresso da Salita San Francesco 4.
Fino a Domenica 31 maggio speciale promozione con ingresso ridotto per tutti coloro che si presenteranno in biglietteria in questi giorni alla scoperta della mostra a cura di Anna Orlando.
La mostra indaga in modo approfondito, aggiornato e trasversale l’importante capitolo della ritrattistica genovese dalla metà del Cinquecento – dominata da un gigante della pittura come Luca Cambiaso – fino alla prima metà del Settecento, quando con Alessandro Magnasco, Giovanni Maria delle Piane detto il Mulinaretto e Gio. Enrico Vaymer, si assiste alla fascinosa alternanza di segnali di euforia e di crisi. Tanti i protagonisti da Cambiaso a Magnasco: Domenico Fiasella, Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto, Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccio, Gio. Enrico Vaymer, Domenico Piola, Gio. Bernardo Carbone, Jan Roos, Bernardo Strozzi detto il Cappuccino, Giovanni Maria delle Piane detto il Mulinaretto e molti altri, interpreti di una scuola pittorica in cui la parlata fiamminga si miscela a quella ligure.
Ne risultano una maniera e uno stile fortemente connotati e ben caratterizzati; una pittura di grande fascino che si esplica al meglio nei ritratti. Essi infatti presuppongono il rapporto diretto tra il committente e il pittore, che è naturale immaginare impegnato a dare il meglio di sé.
In un’era senza media né selfie, senza web né social, un ritratto nasce non per il libero mercato, bensì per la ferma volontà di serbare memoria di sé o dei propri cari: gli avi, i figli, l’amata.
Il contatto tra i due protagonisti di una commessa d’arte, il pittore e il suo cliente, ci riporta direttamente negli atelier e nelle dimore dove gli effigiati posano ore affinché l’artista ne possa cogliere al meglio la fisionomia e l’espressione, persino il carattere e, nelle prove più sublimi, anche l’anima.
Il ritratto è, inoltre, un privilegiato materiale di osservazione ravvicinata di una società.
Per maggiori informazioni consultare il sito.