L’accusa è truffa, autoriciclaggio, abusivismo finanziario e trasferimento fraudolento di valori
Savona. Ieri i finanzieri del Comando Provinciale di Savona hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di R.F., già promotore finanziario (radiato nel 2004), responsabile di plurime condotte illecite tra cui truffa, autoriciclaggio, abusivismo finanziario e trasferimento fraudolento di valori.
Le indagini, coordinate dai pm savonesi, sono state avviate al seguito di denunce-querele presentate da alcune vittime dell’ex promotore finanziario, già noto nel settore per pratiche professionali scorrette.
Secondo gli investigatori, il modus operandi dell’arrestato consisteva nel promuovere (abusivamente) e offrire prodotti finanziari ai clienti, agendo sia in proprio che quale legale rappresentante di società nazionali ed estere.
Come spesso accade in questi casi, le firme delle vittime sui contratti d’investimento erano accompagnate dalla promessa di cospicui interessi sul capitale investito.
Tra le vittime piccoli imprenditori e tanti pensionati, come un’anziana vedova che dopo avere consegnato tutti i risparmi al presunto truffatore aveva quasi azzerato la propria capacità di spesa.
Le investigazioni finanziarie delle Fiamme gialle su numerosi conti correnti, insieme ad altri riscontri di natura tecnica, hanno consentito di accertare truffe consumate a danno di almeno 25 vittime e per importi non inferiori a 1,4 milioni di euro.
Sempre secondo gli inquirenti, per alimentare il senso di fiducia nei suoi confronti, l’arrestato dirottava le somme consegnategli verso investimenti altamente rischiosi che talvolta, nel breve periodo, potevano produrre anche adeguate forme di guadagno, ma che nel medio e lungo termine si sono rivelati un fallimento.
Non è tutto. La raccolta abusiva del risparmio era servita anche per dare sfogo a spese private per importi rilevanti, per compiacere la compagna sudamericana (poco più che ventenne e priva di occupazione) con la quale l’arrestato da qualche mese è convolato a nozze.
La giovane donna, consapevole dell’origine dei flussi finanziari, si sarebbe anche prestata a riciclare parte dei proventi illeciti derivanti dall’attività finanziaria abusiva del coniuge, attraverso intestazioni fittizie di beni.