“Dalla settimana scorsa al San Martino non abbiamo avuto nessun ricovero di pazienti positivi al Covid-19. Quando parliamo dei numeri di contagi, per la stragrande maggioranza dei casi riguardano soggetti asintomatici, per cui anche se continuano a esserci nuovi contagi, non vuol dire che ci sono nuovi ricoveri”.
Lo ha dichiarato stasera il prof. Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San martino di Genova.
“Non avere nuovi ricoveri – ha aggiunto Bassetti – è il parametro più importante. Oggi al San Martino abbiamo un solo paziente in terapia intensiva. Contiamo entro la settimana prossima di avere anche il San Martino il reparto di Rianimazione Covid free.
I decessi riguardano pazienti magari ricoverati due mesi fa.
La malattia da SarsCoV-2 è oggi molto diversa da quella vista a marzo non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti e in Spagna.
Come riportato dal quotidiano Sudafricano SouthernTimes, anche i colleghi dell’Università di Pittsburg e dell’Arizona, oltre che della Catalunya hanno osservato che il coronavirus ha perso forza, è più debole e alcuni geni che c’erano all’inizio (probabilmente quelli che lo rendevano più aggressivo e letale) ora non ci sono più.
Ora che le stesse cose che alcuni medici italiani stanno ripetendo da settimane, le dicono anche studiosi stranieri, speriamo che tutti si convinceranno del cambio che questa malattia ha avuto.
A questo punto mi pare un dato di fatto.
Per quel che riguarda il problema dei tamponi e degli asintomatici, credo che refertare le risposte dei tamponi naso-faringei o di ogni altro materiale testato unicamente come positivi o negativi, senza indicare la quantità, possa risultare fuorviante dal punto di vista infettivologico.
Bisognerebbe dare un numero ovvero una quantificazione di quante particelle di virus sono presenti e determinare una soglia al di sopra della quale, il soggetto positivo è contagioso.
In assenza del ‘quanto’ rischiamo di commettere errori nell’isolamento di soggetti asintomatici positivi che potrebbe non essere necessario.
D’altronde se il soggetto HIV+ con carica virale non rilevabile (ovvero bassissima o nulla) non trasmette l’infezione, probabilmente succederà lo stesso anche per SarsCov-2”.