“Anche se la curva dell’epidemia è ormai in forte calo da diverse settimane, la diffusione di piccoli focolai sparsi si sta osservando in molte aree del nostro Paese.
Credo che continuare a dare numeri di nuovi positivi senza differenziare chi siano e cosa abbiano ovvero quanti sono sintomatici o asintomatici, quante sono le nuove positività dopo precedenti negatività, quanti sono i ricoverati in ospedale e quanti osservati a casa, quanti sono in rianimazione e quanti nelle RSA non serva a nulla, se non a fare un gran minestrone”.
Lo ha dichiarato oggi il prof. Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive al Policlinico S. Martino di Genova.
“Minestrone – ha spiegato il prof. Bassetti – che confonde la gente allarmando l’opinione pubblica, che sembra non voler uscire dal continuare a parlare della pandemia e delle profetizzate seconde o terze ondate.
Ma i nuovi focolai devono preoccupare? Stiamo assistendo ad una nuova ondata di casi gravi da gestire in ospedale e nelle terapie intensive?
Assolutamente no.
Sempre più positivi al tampone continuano a registrarsi per la riapertura delle frontiere che ha riportato in Italia, nostri concittadini o stranieri.
Su questi bisogna fare molta attenzione attraverso l’utilizzo della quarantena preventiva di 14 giorni.
Chiunque arrivi in Italia da paesi in cui l’epidemia non è controllata o non è nota la situazione epidemiologica dovrebbe sempre essere isolato e sottoposto al tampone. Senza eccezioni.
Intercettare sul nascere i nuovi focolai è di fondamentale importanza per spegnere immediatamente e rapidamente le piccole fiammelle sparse qui e la’.
Infine una menzione particolare per la mia Liguria che ha affrontato una ondata simile a quella che ha colpito la Lombardia.
Il sistema sanitario ligure ha dimostrato tutto il suo valore rappresentando un esempio per l’Italia intera.
I dati di ieri dicono che da oltre sette giorni non ci sono più decessi legati al Covid-19, che i reparti ospedalieri ‘Covid’ sono praticamente vuoti o si svuoteranno nelle prossime ore, e che il numero di tamponi positivi conta poche unità. Continuiamo così”.