Genova, 15 settembre. “Spero che la sentenza possa servire da monito per le istituzioni. A me non interessano le pene, ma le responsabilità che sono state dimostrate. La melma deve uscire fuori dal porto. Bisogna dimostrare anche le responsabilità dei vertici”.
Lo ha riferito oggi, a seguito delle condanne, Adele Chiello, la mamma di Giuseppe Tusa, una delle nove vittime del crollo della Torre Piloti a Molo Giano, avvenuto quel maledetto 7 maggio 2013 dopo l’urto della Jolly Nero della compagnia di navigazione Messina.
Il processo Torre Piloti bis (sulla collocazione della struttura) è andato avanti anche grazie alla sua tenacia e a quella degli altri famigliari.
Il sostituto procuratore Walter Cotugno aveva infatti chiesto l’archiviazione, ma la mamma coraggio si era opposta e il gip le aveva dato ragione ordinando al pm nuovi accertamenti.
Una battaglia per la giustizia finalmente vinta in aula.
“Questa sentenza – ha continuato Chiello – deve essere un monito per tutte le istituzioni.
Un monito per chi fa il furbo e per le istituzioni che devono garantire la sicurezza della vita umana.
Se fossi stata zitta chi avrebbero condannato?”.
Oggi in Tribunale a Genova sono stati quindi condannati in sette.
Tre anni di reclusione per l’ammiraglio Felicio Angrisano, ex comandante della Capitaneria di porto di Genova ed ex comandante generale della Capitanerie, e due anni a Fabio Capocaccia, ex commissario del Comitato autonomo portuale.
Condannati anche Angelo Spaggiari, strutturista (un anno e sei mesi); l’ingegnere Paolo Grimaldi (due anni); Ugo Tomasicchio, ex presidente della sezione del Consiglio superiore dei lavori pubblici (1 anno e sei mesi); Mario Como, strutturista (1 anno e sei mesi); Giovanni Lettich della Corporazione Piloti (un anno).
Tutti hanno riferito di respingere le accuse e di avere intenzione di presentare ricorso.
Cinque imputati sono stati assolti.
Si tratta di Paolo Tallone, ufficiale della Capitaneria di porto; Sergio Morini della Corporazione Piloti; Gregorio Gavarone della Rimorchiatori Riuniti; Roberto Marzedda della Rimorchiatori Riuniti; Edoardo Praino, ex funzionario del Cap.
Condannati al risarcimento delle parti civili l’Autorità portuale e i ministeri della Difesa e delle Infrastrutture e Trasporti.
Il giudice ha inoltre disposto la trasmissione degli atti al pm per valutare eventuali responsabilità per Alberto delle Piane, ai tempi del crollo della Torre Piloti amministratore delegato dei Rimorchiatori Riuniti, e Andrea de Gaetano, che all’epoca era responsabile affari generali della Rimorchiatori Riuniti.