Da domani, domenica 4 ottobre, in Liguria si spara ai cinghiali, nonostante la scarsa visibilità e tempo permettendo.
Inizia domani, domenica 4 ottobre, tempo permettendo, la caccia al cinghiale, malgrado gran parte dei boschi della Liguria siano ancora coperti di foglie e la visibilità sia ridottissima e comunque di decine di volte inferiore alla gittata efficace delle micidiali armi a munizione intera dei cacciatori; ed inoltre malgrado la presenza, tempo permettendo, di turisti, escursionisti, gitanti, biker, rocciatori e, soprattutto, cercatori di funghi, che vorrebbero frequentare le campagne in tranquillità e sicurezza; a questi ultimi viene imposto di portare giubbotti ad alta visibilità, mentre per essere (quasi) sicuri dovrebbero bardarsi con corpetti antiproiettile ed elmetti militari.
La Protezione Animali savonese denuncia che, in questa situazione tragica ma non seria, qualche sprovveduto chiede ancora più caccia per contrastare i danni arrecati alle coltivazioni da cinghiali e caprioli non sapendo, o fingendo di non sapere, che la loro presenza è dovuta alle insensate liberazioni di cinghiali, caprioli e daini negli anni 80 da parte dei cacciatori, affinché si riproducessero diffusamente – come anni dopo avvenuto – per essere cacciati a piacere; ma la caccia non solo non è la soluzione del problema ma – dicono gli scienziati – ne è la causa, soprattutto nella forma della “braccata” praticata da domenica, perché disperde i branchi di cinghiali (che in Liguria si stavano invece riaggregando per difendere meglio i giovani dai lupi) e favorisce la formazione di tanti piccoli gruppi in cui, a differenza del nucleo originale in cui si accoppia solo la femmina capobranco, in ognuno di essi partorisce la femmina dominante.
Enpa Savona accetta infine scommesse: anche quest’anno la caccia ai cinghiali sarà prorogata a gennaio, perché non si raggiungerà il contingente di abbattimenti stabilito dalla Regione sulla base dei censimenti della popolazione di cinghiali fatti fare con la partecipazione dei cacciatori; prova che si tratta di conteggi inattendibili o che i cinghiali sono molti meno di quanto si vuol far credere, o ambedue le cose.