Stamane circa 250 persone tra commercianti, gestori di palestre e piscine e dipendenti hanno partecipato a una manifestazione pacifica in piazza De Ferrari a Genova contro l’ultimo Dpcm Conte sull’emergenza coronavirus, che prevede chiusure e severe restrizioni.
L’evento è stato indetto dall’associazione Commercio Unito 3.0, mentre la Fipe Confcommercio, che ha promosso iniziative in piazza in dieci città, a Genova si è limitata a una protesta ‘virtuale’ per non incorrere in evenuali denunce.
“Ci fanno chiudere e ci trattano come untori e non ci spiegano come faremo a riaprire di nuovo – ha spiegato il titolare di un bar genovese – i miei dipendenti sono in piazza con me perché per vedere la cassa integrazione di questa primavera hanno aspettato sette mesi e ancora sono in attesa del mese di maggio”.
“Le misure di sostegno? Le aspettiamo – ha aggiunto una commerciante che ha il negozio in via San Vincenzo – dopo la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte mi aspettavo di trovarmi il sacchetto con i soldi sotto la saracinesca la mattina dopo, ma così non è stato”.
“Lavoro, lavoro, lavoro” è partito l’urlo dalla piazza quando il governatore ligure Giovanni Toti è sceso per incontrare i manifestanti.
“Sugli orari – ha spiegato Toti – non possiamo fare nulla perché il Governo ha inibito ogni possibilità di emettere ordinanze non restrittive.
Sui fondi ho già chiesto alla giunta di trovare tutti i soldi che ci sono.
La mia idea è quella di darli ai Comuni perché possano applicare tutti gli sgravi fiscali possibili”.