Nuovo grave episodio accaduto lunedì 9 novembre nel carcere di Sanremo. Protagonista ancora una volta un giovane detenuto di origine magrebina che, in preda ad un momento di follia, con l’ausilio di una sedia ha spaccato i vetri ed i neon del reparto dove era detenuto.
Dopo di che, all’arrivo del sovrintendente con i rinforzi, si è armato di un estintore spruzzando la polvere nei loro confronti.
Solo dopo una combinata azione si è riusciti a contenere il detenuto ed a ricondurlo in cella, nel mentre gli agenti colpiti dalla polvere dell’estintore, venivano trasportati in ospedale.
A denunciarlo il sindacato di Polizia Penitenziaria Sappe che si complimenta con il personale di servizio che con tempismo e determinazione ha evitato che il detenuto psichiatrico cagionasse maggiori danni.
Anche questa volta – afferma il segretario Lorenzo – la Polizia Penitenziaria fa da effetto spugna per questi episodi di violenza prodotti da detenuti che necessitano di essere curati e Sanremo, per mancanza di assistenza psichiatrica.
Non è, però, l’istituto ideale per questo tipo di detenuti che rappresentano dei veri e propri drammi umani, è necessario correre ai ripari. La Polizia Penitenziaria, infatti, potrebbe non reggere più il ritmo delle aggressioni nei loro confronti, così come per mancanza di personale è esausta da lunghi turni di servizio della durata anche di 12 ore.
Tutto questo sta sfuggendo dall’attenzione del ministro della Giustizia Bonafede che ancora non ha ben chiarito come intende gestire questa tipologia di detenuti in una Regione, la Liguria, ancora priva di una struttura adeguata come la R.E.M.S. utile per ricoverare i detenuti psichiatrici.”
Il SAPPe della Liguria quindi torna nuovamente sul delicato problema della gestione dei detenuti che presentano problemi psichiatrici, privati di assistenza, il che determina l’inadeguatezza della loro detenzione.
“Oggi – spiega il Sappe – è quanto mai indispensabile potenziare la Polizia Penitenziaria sia nell’organico che con la dotazione di strumenti tecnologici oltre ad una specifica formazione necessaria per fronteggiare la gestione del detenuto violento.”