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Il genovese Giovanni Acquilino a casa di Mogol

Giovanni Acquilino

Abbiamo già sentito parlare di lui nel settore della musica, è un giovane ligure del 1995 che si è fatto notare sulla ribalta nazionale. Si chiama Giovanni Acquilino, poliedrico artista che ha iniziato lo scorso settembre il suo percorso pop con la pubblicazione del singolo “Rockstar”, nato anche grazie alle sue esperienze al CET.

Il CET, ovvero il Centro Europeo di Toscolano, ha lo scopo principale di valorizzare e qualificare nuovi professionisti della musica pop ed è stato fondato da Mogol, notissimo autore, che ancora oggi ne cura la direzione. La scuola, riconosciuta come Centro di Interesse Pubblico dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la sua unicità a livello nazionale, è organizzata come un vero e proprio college ed è definito Centro di Eccellenza Universitario della Musica Popolare. Qui Giovanni ha approfondito le proprie competenze in termini di interpretazione, scrittura e composizione della “forma canzone”. In occasione dell’uscita del suo ultimo singolo “La Bohème”, lo scorso 6 novembre, ci ha raccontato il suo percorso personale ed artistico accanto al noto autore.

Il Cet

Qual è stato il tuo primo incontro con Mogol?

“Conosco da sempre la produzione autorale di Mogol, legata al repertorio di Battisti e non solo. Nel 2017 la Regione Liguria aveva indetto il progetto “Liguria Sing & Song” e, dopo una pre-selezione a cui avevo partecipato quasi per caso, ero stato scelto da Mogol in persona al Teatro Carlo Felice di Genova tra i vincitori del bando. Grazie a quest’opportunità ho potuto frequentare il “Corso Interpreti”, dove ho imparato come non si canta.

Come non si canta?

Esattamente. Il bel canto fine a se stesso lasciava posto alla comunicazione, alla verità dell’interprete.

Questo percorso, oltre che a lavorare su di me, mi ha anche portato ad avere uno sbocco professionale immediato e ad intraprendere professionalmente l’attività didattica in diverse scuole di musica sul territorio.

Come sono articolati i corsi al CET?

Le classi sono tre e ben distinte tra loro: si cura, oltre all’interpretazione, la composizione melodica e, naturalmente, la scrittura dei testi. Dopo la prima esperienza, sentivo l’esigenza di migliorare la scrittura delle mie canzoni ed ho pensato di fare richiesta alla SIAE per accedere ai contributi previsti per la formazione dei giovani autori. Mi hanno sostenuto facendosi totale carico delle spese, sia del corso compositori, che ho frequentato nell’autunno del 2019, che del corso autori che sto attualmente frequentando.

Quali sono le particolarità dei corsi?

Non posso dare una panoramica completa del corso autori, di cui ho appena concluso la prima fase e che è attualmente sospeso per le restrizioni legate alle criticità di questo momento storico. Per ora abbiamo lavorato a livello teorico-pratico, fatto ascoltare le nostre canzoni e affrontato la storia della forma canzone in Italia. Il corso è senz’altro stimolante ed è condotto da Giuseppe Anastasi, cantautore ed editore che ha già vinto con le sue canzoni due Festival di Sanremo e un Premio Tenco. Il confronto è totale, va oltre le canzoni e interessa anche le cose della vita; il rapporto con professionisti ed insegnanti è costruttivo e diretto.

Il corso Compositori che ho frequentato nel 2019, condotto da Giuseppe Barbera, pianista eccezionale e collaboratore di molte figure principali del pop italiano, ha avuto un forte impatto su di me: ha migliorato la mia autocritica, il mio modo di comporre musica e mi ha fatto appassionare ad un ascolto professionale e completo che spazia dalla musica classica di Rachmaninov fino ad arrivare a Tha Supreme e alla Trap”.

C’è un rapporto di competizione con i compagni di corso?

“No, il mondo musicale di ogni partecipante è diverso, diverse sono le canzoni e potenzialmente c’è spazio per tutti. Non si vince niente, non si sgomita, né si fa a gara, ci si confronta e migliora l’un l’altro”.

Cos’è per te il CET?

“Per la mia crescita umana e artistica il CET è un luogo importante: mi ha aiutato a mettere a fuoco i miei obiettivi musicali, insegnato ad ascoltare e capire in modo approfondito le varie sfaccettature della musica, a “rubare” dai grandi del presente e del passato”.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“I miei obiettivi sono quelli di trovare il mio spazio come artista nel panorama della musica Pop in Italia. Il mio primo singolo “Rockstar” sta riscuotendo un buon successo con decine di migliaia di ascolti. Ora è uscita “La Boheme”, seguiranno altre pubblicazioni e stiamo lavorando ad un videoclip. Nel frattempo sto scrivendo anche canzoni per altri interpreti e collaborando a diversi progetti.

Vivere della propria passione è oggi più che mai difficile, ma l’unico modo per avere la possibilità di farcela è dedicarsi totalmente alla realizzazione di quello che più ci piace e che si sa fare meglio”.

La passione travolgente scintilla negli occhi di questo giovane autore ed interprete, in grado di comunicare grandi emozioni con le sue parole e la sua musica, diretta ed immediata. Aspettiamo di ascoltare le sue nuove produzioni che, grazie al prezioso contributo del CET e di nomi autorevoli, saranno di sicuro molto interessanti. Roberto Polleri (Foto di Giovanni Acquilino)