“Le misure restrittive e le chiusure forzate, decise per contrastare la diffusione del contagio da coronavirus, hanno colpito duramente molte attività produttive e il commercio di vicinato. Pertanto, occorre che il Governo metta in atto azioni concrete a tutela del commercio locale e introduca la Web tax”.
Lo ha dichiarato oggi il capogruppo regionale Stefano Mai (Lega) che in tal senso, insieme ai consiglieri Sandro Garibaldi, Alessio Piana, Brunello Brunetto, Mabel Riolfo, ha presentato una mozione in Regione Liguria.
“Tenuto conto che – ha spiegato Mai – la tutela dei piccoli negozi, dei negozi di vicinato e, in generale, delle attività economiche delle piccole e medie imprese rientra negli obiettivi politici di Regione Liguria, in quanto queste categorie rappresentano da sempre un comparto economico importantissimo per il nostro territorio, con questo documento intendiamo impegnare la giunta Toti ad attuare una capillare campagna di sensibilizzazione dei cittadini, tramite i mezzi a propria disposizione all’acquisto di prodotti locali nei negozi di vicinato, a supportare iniziative locali delle ‘MPMI’ finalizzate alla promozione e alla vendita diretta online dei propri prodotti o servizi;
a sensibilizzare le amministrazioni comunali affinché lavorino, insieme alle associazioni di commercianti, per la realizzazione di reti comunali, comprensoriali o di vallata tra i negozi di vicinato al fine di richiamare gli acquirenti e stimolarli per quanto possibile a servirsi degli esercizi commerciali del luogo di residenza;
a stimolare e sostenere gli esercenti nell’innovazione digitale, ovvero nell’utilizzo dei canali di vendita via web, accanto a quelli tradizionali, in modo tale che le loro attività economiche, pur non rinunciando alla presenza fisica tra i cittadini, non siano escluse da una consistente fetta di mercato.
Inoltre, si chiedono formalmente al Governo e all’Unione Europea forme di sostegno adeguate che evitino la chiusura dei negozi di vicinato e la desertificazione del piccolo commercio nei nostri Comuni;
al Governo lo studio e l’istituzione di una ‘Web tax’ così da riportare equilibrio ed equità nel mercato, limitando quella che appare come una concorrenza sleale nei confronti degli esercenti e degli artigiani sui quali grava una pressione fiscale nettamente superiore a quella delle grandi compagnie internazionali di vendita online;
al Governo di vigilare contro le pratiche fiscali dannose che si nascondono dietro gli istituti dei cosiddetti ‘tax ruling’ di alcuni Stati europei, che causano la sottrazione di base imponibile al nostro Stato per oltre 20 miliardi di euro annui”.