Oggi è stato ricordato il 77° anniversario dell’eccidio nazifascista ai Forti San Giuliano e San Martino di Genova.
La cerimonia quest’anno si è svolta in forma ridotta per i motivi legati all’emergenza Covid-19, con la sola deposizione delle corone a partire dalle ore 11.30 in via Gobetti ai piedi della lapide, per poi proseguire al Forte San Martino.
Presente il comandante provinciale dei Carabinieri colonnello Gianluca Feroce e in rappresentanza del Comitato Permanente della Resistenza il presidente dell’ILSREC (Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea “Raimondo Ricci”) Giacomo Ronzitti.
Il 13 gennaio 1944 due esponenti dei GAP (Gruppi di Azione Patriottica), Giacomo Buranello e Andrea Scano, organizzarono un attentato ai danni di alcuni ufficiali tedeschi, uno dei quali rimane ucciso.
A seguito della rappresaglia nazifascista, il 14 gennaio 1944 Dino Bellucci, professore, Giovanni Bertora, tipografo, Giovanni Giacalone, straccivendolo, Romeo Guglielmetti, falegname, Amedeo Lattanzi, giornalaio, Luigi Marsano, saldatore elettrico, Guido Mirolli, oste e Giovanni Veronelli, falegname, tutti detenuti come prigionieri politici nel carcere di Marassi, vennero condotti al Forte di San Martino per essere fucilati.
Il tenente dei Carabinieri Giuseppe Avezzano Comes e il plotone ai suoi ordini si ribellarono con straordinario coraggio all’ordine illegittimo.
Gli otto uomini vennero poi uccisi dai nazisti e da ufficiali della GNR (Guardia Nazionale Repubblicana).