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Operazione T-Rex dei Carabinieri: 6 arresti per spaccio di cocaina

Il sequestro dello stupefacente e del materiale usato per il confezionamento (la foto è stata scattata prima dell'emergenza covid)

Nelle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Savona in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Savona, Dott.ssa Fiorenza Giorgi e con la collaborazione delle Compagnie Carabinieri di Sassari e Bra, hanno arrestato sei persone.

Parte della cociana sequestrata

Si tratta di Pasquale Massari, 59enne di Savona; Adil Essalemi, 41enne originario del Marocco, domiciliato a Sassari; Sula Saba, 53enne originario dell’Albania, residente a Savona; Indrit Kadrimi, 53enne originario dell’Albania, residente a Savona; Barbara Longo 44enne di Cherasco (CN); Enrico Pasquale 49enne di Savona.

Le misure restrittive eseguite sono l’atto conclusivo di una complessa opera d’indagine svolta dai militari per arginare lo spaccio stupefacenti, in particolare di cocaina, venduta nei locali della movida savonese.

L’indagine, iniziata nell’estate 2017 e coordinata dal P.M. dott.ssa Elisa Milocco, è durata più di un anno, nel corso del quale sono state individuate diverse persone che vendevano al dettaglio lo stupefacente, in modo autonomo e talvolta collaborando in particolare quando la sostanza “scarseggiava”.

Numerosi sono stati gli appostamenti, le videoriprese, gli accertamenti tecnici e le attività di riscontro che hanno permesso di arrestare e segnalare nel tempo diverse persone e di sequestrare oltre un chilogrammo di droga e diverse migliaia di euro.

La sostanza veniva distribuita all’interno o nei pressi di alcuni ristoranti e pub, due dei quali sono stati chiusi.

Un indagato entra in un locale che è stato, poi, chiuso

E’ questo il caso di Pasquale Massari, titolare del ristorante T-Rex e di Indrit Kadrimi e della moglie Barbara Longo, che,  all’epoca, gestivano a Savona il pub “Assassino”.

La platea dei clienti era molto diversificata e comprendeva personaggi di tutte le età.

Le forniture più consistenti erano a cura di Saba Sula, particolarmente attento a non attirare su di sé l’attenzione delle forze dell’ordine: durante il giorno lavorava come artigiano edile ed in serata si premurava di effettuare le proprie consegne ai clienti.

Dalle indagini svolte si vede come gli incontri per la cessione di stupefacenti venivano fissati di volta in volta, senza contatti precedenti.

Il Sula conservava la cocaina in un garage non riconducibile a lui, nascosta in modo molto ingegnoso.

Il bidone di vernice con all’interno la cocaina

La sostanza veniva riposta in un bidone di vernice svuotato del contenuto, accatastato alla rinfusa in mezzo ad altro materiale edile.

Per garantire la qualità del prodotto, la cocaina, suddivisa in dosi da 5 grammi e multipli, veniva confezionata “sottovuoto”, mentre il bidone era stato riempito di riso per evitare l’umidità. Il volume d’affari stimato per Sula era di circa un chilogrammo al mese, droga che portava a Savona nascosta nella sua auto all’interno del vano motore.

L’auto utilizzata per il trasporto. La coca veniva sistemata dentro il contenitore del filtro dell’aria

Nel prosieguo dell’attività investigativa, sono emerse anche le figure di Adil Essalemi e di Enrico Pasquale che svolgevano autonoma attività di spaccio, “collaborando” all’occorrenza con gli altri indagati.

Nell’ambito delle indagini, rientra anche l’episodio del ferimento a colpi d’arma da fuoco nel febbraio 2018 di Enrico Pasquale, salvato dai Carabinieri che ne stavano monitorando i movimenti.

In quell’occasione, i militari riuscirono a bloccare e disarmare un soggetto che aveva appena sparato alcuni colpi d’arma da fuoco all’indagato e impugnava l’arma ancora carica, nel tentativo di esplodere i colpi rimasti nel caricatore.

Attività di spaccio

Il Pasquale si salvò con lesioni all’addome ed agli arti inferiori mentre il suo attentatore venne arrestato ed è tutt’ora in carcere.

Al termine degli atti di rito gli arrestati sono stati accompagnati presso le Case Circondariali di Genova, Sassari e Torino, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.