Liguria, serve immediato cambio di rotta per un settore che ha già subito la crisi da pandemia
Nuovi stop, nuove regole impraticabili e nuovi divieti: sono giorni difficili per chi in Liguria fa pesca a strascico, dopo la pubblicazione del Decreto governativo che aumenta le giornate annuali di fermo biologico, impedisce l’acquisto e/o la vendita di imbarcazioni fuori dalla propria GSA, e stabilisce regole stringenti per l’impiego delle attrezzature. È l’ennesima scure che si abbatte su un settore cardine della Liguria: serve un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie, evitando di portare le aziende sotto la soglia di sostenibilità economica.
È l’allarme lanciato da Coldiretti Liguria a seguito del Decreto Ministeriale che giunge in un momento di grande difficoltà per il settore a causa della flessione del mercato e della chiusura a singhiozzo del canale Ho.Re.Ca. Novità insostenibili del Decreto sono, oltre all’aumento delle giornate annuali di fermo, anche il divieto di vendita/acquisto di imbarcazioni se non provenienti dalla propria zona di pesca, regola che limita molto le scelte di ammodernamento e crescita dei pescatori liguri, e, per coloro che effettuano pesca al gambero di profondità, l’obbligo di dichiarare la “scelta irrevocabile per l’anno 2021 dell’utilizzo esclusivo dell’attrezzo”
“Con queste nuovi disposizioni – afferma Daniela Borriello, Responsabile di Coldiretti Impresapesca Liguria –non si fa che dare la mazzata finale alla pesca a strascico ligure, aprendo ancora di più all’arrivo di pesce straniero sulle tavole. Non aumentare eccessivamente i giorni di stop, rispetto a quanto si temeva è già stato un primo importante risultato, ma si deve intervenire per evitare assurdi limiti e per trovare nuove strategie più rispondenti alle esigenze della nostra flotta come, ad esempio, la gestione delle giornate di pesca in maniera autonoma dalle singole imprese, nonché un sistema di gestione dello sforzo di pesca mediante conteggio di monte ore gestite sempre dall’impresa e non a calendario, visto che le nostre barche non stanno un’intera giornata in mare e che, se non viene portato a terra nulla, la giornata è contata comunque come uscita di pesca. Per quanto riguarda l’obbligo di dichiarare l’attrezzo di pesca per l’intera annualità si ricorda inoltre che, ad esempio, i nostri pescherecci non effettuano esclusivamente pesca al gambero, per la quale è impiegata uno specifica rete non adatta agli altri tipi di pesca: con queste nuove misure si impedisce a tutti gli effetti di diversificare il prelievo ed aiutare realmente gli stock ittici.”
“I nostri pescatori – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa -sono favorevoli a una corretta gestione delle risorse ittiche basata però su strategie che abbiano un approccio scientifico, e un risultato positivo, tangibile nella realtà. Aumentare i giorni e mettere delle restrizioni aggiuntive alle imprese non serve a nulla, anzi, rischia solo di costringerle a chiudere creando così un danno enorme alla nostra economia. È fondamentale permettere alle nostre imprese di continuare a lavorare, sostenere i bilanci e l’occupazione, in un settore che non possiede peraltro un sistema di ammortizzatori sociali già operativo in grado di compensare le interruzioni prolungate di produzione nell’arco dell’anno solare.”
fonte,Coldiretti Liguria