“La direzione strategica del San Martino sottolinea che il professor Matteo Bassetti fin dal primo giorno di uscita del suo libro ha chiarito ai vertici dell’azienda che i proventi della vendita sarebbero andati al policlinico genovese.
In merito a quanto apparso stamane sugli organi di stampa ci preme quindi chiarire che il maestro Sergio Castellitto ha offerto gratuitamente la sua presenza e le spese sostenute sono servite a strutturare l’evento, facendo anche lavorare un settore fermo da un anno, e a diffonderlo in tutta Italia, come la ricca rassegna stampa dimostra.
Aver promosso il ‘reading’ è stato un modo per valorizzare l’intero ospedale, che ha nel volto dei suoi professionisti la rappresentazione dell’impegno e della dedizione nell’affrontare l’attività giornaliera tipica di un grande ospedale come il nostro”.
Lo hanno dichiarato oggi i responsabili del San Martino di Genova a seguito del post pubblicato su fb dal capogruppo regionale di minoranza Ferruccio Sansa.
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“La lettura – hanno aggiunto – ha messo sotto i riflettori lo sforzo di tutti i professionisti impegnati nella lotta contro il Covid, alla presenza delle istituzioni cittadine e regionali, e non ci risulta si sia mai vista la copertina del libro del professor Bassetti, che non ha certo bisogno di farsi pubblicità.
Rimaniamo sconcertati anche dal riferimento alla sua attività svolta da libero professionista, cosa che peraltro fanno 500 professionisti della nostra azienda. Tali attività possono essere effettuate anche presso strutture sanitarie accreditate non convenzionate, come da normativa vigente.
Il professor Bassetti ha, al pari degli altri professionisti, compiti di assistenza, formazione, ricerca, divulgazione e lo ringraziamo per averci permesso di realizzare questo evento di cui si parla ancora oggi in tutte le tv nazionali.
Tanti ospedali italiani hanno voluto fare un tributo al loro personale e anche noi lo abbiamo ritenuto doveroso.
Infine, precisiamo che il professor Bassetti, a riprova della sua fama nazionale ed internazionale, che non necessita di alcuna pubblicità, possiede alla data odierna un ‘h index’ (l’indice che descrive l’autorevolezza del ricercatore nei confronti della comunità scientifica) pari a 69.
Ha infatti pubblicato 652 lavori che sono stati oggetto di oltre 21.000 citazioni da parte di altri ricercatori di tutto il mondo, uno dei più alti del nostro Istituto.
Spiace che venga sminuita l’attività di un nostro professionista conosciuto e stimato in tutto il mondo e gettato fango su un evento che aveva l’unico obiettivo di ricordare le vittime e chi si è battuto e si batte ancora oggi contro il Covid”.