Secondo quanto riferito dagli investigatori, una famosa scacchista ecuadoriana di 44 anni ha lasciato l’Italia all’improvviso portando con sé la figlia di sette anni senza il consenso del papà italiano.
La Polizia genovese sta indagando su un delicato caso di “sottrazione di minore” anche perché la straniera fa parte del corpo consolare dell’Ecuador nel capoluogo ligure e la bimba, come lei, ha un passaporto diplomatico.
L’ex compagno di 38 anni, ha protestato perché i suoi segnali di allarme sono caduti nel vuoto: “Già altre due volte, nel 2019 e nel 2020, lei si era allontanata per un periodo di vacanza. Avevo dovuto presentare delle denunce, ma soprattutto avevo chiesto che fosse tolto il documento alla bambina. Per evitare che succedesse ancora. E non mi hanno ascoltato”.
In passato la 44enne era sempre tornata a Genova nel giro di una quindicina di giorni. Questa volta non ci sono notizie da più di un mese.
Mamma e papà della bimba sono una coppia di successo nel mondo degli scacchi. Lei è una campionessa di classe internazionale, lui ha il titolo di grande maestro ed è uno dei giocatori italiani di maggior peso. Nell’ambiente sono conosciuti, stimati, apprezzati.
Dopo molti anni di convivenza e la nascita della bimba, si sono separati di comune accordo.
Martedì 9 febbraio il papà è andato a prendere la figlia a scuola, nel rispetto delle disposizioni sull’affidamento condiviso e si è sentito dire dalle insegnanti che sua figlia mancava in classe dal venerdì precedente. Così ha segnalato il fatto alla Polizia.
La squadra degli investigatori genovesi, che si avvale del supporto dell’Interpol, ha appurato che madre e figlia hanno preso un aereo da Milano-Malpensa. Una seconda traccia, molto labile, è un video, postato su internet intorno al 6 febbraio, in cui sembra riconoscibile una precisa località dell’Ecuador. Poi, il nulla.
L’avvocato del 38enne ha scritto all’ambasciatore del Paese sudamericano denunciando “l’increscioso incidente” e sottolineando che il suo assistito aveva chiesto ripetutamente la revoca del documento alla bambina.
“Non voglio il male di nessuno – ha riferito il papà della bimba – se mi sono rivolto alle autorità è solo perché mi aiutino a risolvere la situazione. Il mio unico desiderio è riabbracciare mia figlia”.