“Meno di 24 ore fa Regione Liguria ha comunicato su fb un ‘cambio di passo’ repentino del piano vaccinale.
Da oggi, a partire dalle 14, si aprono le prenotazioni per ultravulnerabili, vulnerabili, personale scolastico, Polizia locale, uffici giudiziari, Protezione civile e fascia 18-80 anni con patologie.
Però la Liguria, dal punto di vista sanitario, è in piena confusione e non lo dimostrano solo i dati relativi ai vaccini, che inequivocabilmente ci collocano agli ultimi posti a livello nazionale, ma anche le dichiarazioni a mezzo social della giunta Toti, che nel giro di pochi giorni ha modificato il proprio piano vaccinale.
Regione Liguria non si è coordinata adeguatamente con i medici di Medicina generale, non ha attivato un numero adeguato di ambulatori per vaccinarsi, non ha assunto, anche a tempo determinato, nuovo personale sanitario da formare e utilizzare esclusivamente per la somministrazione dei vaccini.
La programmazione ligure per la somministrazione dei vaccini somiglia tanto al ballo del pinguino: 1 passo avanti e 3 indietro“.
Lo ha dichiarato oggi il vice presidente della II commissione regionale Salute e Sicurezza sociale e capogruppo di Linea condivisa Gianni Pastorino.
“Rispetto alla somministrazione dei vaccini anti Covid – ha aggiunto Pastorino – parliamo di numeri e lo facciamo con dati alla mano: sul sito ufficiale del Governo, nella sezione dedicata al report dei vaccini, aggiornato in data odierna, risulta che la Liguria abbia somministrato 148.294 dosi, su 226.180 consegnate in Regione, pari al 65,6%. Peggio di lei solo la Sardegna, con 110.866 dosi somministrate, su 182.930 consegnate, pari al 60,6%.
Ma se noi analizziamo i dati forniti quotidianamente da Alisa, quelli di ieri, gli ultimi veicolati, saltano agli occhi le consuete discrasie. Per Regione Liguria sono 146.483 le dosi di vaccino anti-covid inoculate, pari al 72%, su 202.780 consegnate in Regione.
Nell’ottica di accelerare con l’inoculazione dei vaccini, da oggi la prenotazione è aperta a tutti i pazienti, con patologie, dai 18 agli 80 anni. In questo modo sono state accontentate tutte le persone che vorrebbero vaccinarsi il prima possibile, senza prendere nessuna decisione, senza organizzare alcuna strategia che metta davvero in sicurezza la nostra popolazione (stiamo parlando per esempio di malati oncologici, persone affette da malattie rare) e senza garantire il funzionamento dei nostri servizi (scuola, Forze dell’ordine, Vigili del fuoco etc.).
Una decisione di buon senso sarebbe stata quella di dare la precedenza a fasce di età più a rischio (50 – 80 anni) con patologie, e di attrezzarsi e organizzarsi prima di annunciare pomposamente sui social un cambio di rotta.
Per quanto riguarda la somministrazione delle dosi da parte dei medici di Medicina generale, che potranno vaccinare solo i propri pazienti, significa che, ad esempio a Genova, con soli 4 ambulatori per distretto per le vaccinazioni attive, facendo ‘i conti della serva’, i medici avranno un turno ogni 2 settimane.
È questa l’idea di Toti di ‘accelerazione’?
Prima si era deciso, di comune accordo con i medici, che più razionalmente e semplicemente sarebbero stati somministrati i vaccini AstraZeneca dal medico di turno in ambulatorio a tutti coloro, nella propria ATF, che ne avessero fatto richiesta prenotandosi.
Con le nuove linee guida, invece, questo processo subirà inevitabili rallentamenti”.