“In Liguria una dose di vaccino su tre non ancora somministrata. Vaccinazioni sugli over 80 che non termineranno prima di maggio. Fragili e disabili presi in carico solo da pochi giorni, mentre in altre regioni la campagna procede da più di un mese. Medici di famiglia coinvolti tardivamente, con ritardi nell’impostazione. E l’avvio della nuova campagna stenta a decollare, tra mancanza di personale e incertezza sui nuovi centri diffusi”.
Lo ha dichiarato stamane il capogruppo regionale del Pd Luca Garibaldi, poco prima della seduta consiliare di oggi sulla campagna vaccinale in Liguria.
“Mentre – ha aggiunto Garibaldi – il presidente e assessore regionale alla Sanità Giovanni Toti dichiara i risultati eccelsi della sua campagna di vaccinazione, i risultati reali sono sotto gli occhi di tutti: 88.522 dosi di vaccinazione consegnate e non utilizzate che ci portano ad essere la penultima regione d’Italia, fanalino di coda del Paese.
Questo è il quadro della campagna di vaccinazione messa in campo da Regione Liguria. Una serie di annunci, a cui fanno seguito confuse e contraddittorie indicazioni.
Undicimila vaccini da recuperare le prenotazioni di AstraZeneca, in due settimane, accumulando ritardi su ritardi. Un piano da rifare completamente, anche chiedendo il supporto della struttura commissariale nazionale del generale Francesco Paolo Figliuolo in Liguria, perché tra personale e logistica la nostra Regione non può permettersi ulteriori ritardi.
Abbiamo depositato diverse proposte di intervento sulla campagna di vaccinazione, per rivedere il piano. Una campagna che può essere recuperata con diverse azioni.
– Una revisione del piano di vaccinazione. Rafforzamento del personale, chiarezza sugli scenari e i punti di vaccinazione, Date certe per ogni categoria, riprogrammazione della campagna over 80 e dei soggetti più fragili, per accelerare le vaccinazioni.
– Canale prioritario per ultrafragili, disabili e caregiver, da inserire subito nella campagna.
– Misure di potenziamento della campagna: trasporto sanitario per i soggetti con difficoltà di movimento, convenzioni con l’associazionismo per individuazione dei luoghi da trasformare in punti di vaccinazione, accordi per le pubbliche assistenze per l’allestimento delle sedi, a partire dai defibrillatori.
– Introduzione delle “liste di riserva” giornaliere per ogni centro vaccinale, far sì che, nel caso di disdette, nessuna dose venga sprecata.
– Una campagna capillare di informazione sull’importanza delle vaccinazioni, per rafforzare l’adesione, comprensiva di numeri verdi dedicati e misure specifiche per il recall di coloro che non hanno finora aderito.
– La definizione di un protocollo d’intesa per far nascere punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro.
– La sperimentazione della prima dose a tutti, per accelerare la campagna, senza per forza tenere accumulate dosi di vaccino, come già avvenuto in Regno Unito e Israele.
– Il rafforzamento dei vaccinatori, coinvolgendo anche gli specializzandi nell’organizzazione
– La garanzia che anche gli studenti di medicina e di scienze infermieristiche possano ricevere il vaccino per poter poi essere maggiormente inclusi nella campagna di vaccinazione.
– La richiesta di una normativa nazionale per l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari.
La campagna di vaccinazione è la principale strada che ci porta alla risoluzione della crisi sanitaria. La Liguria sta fallendo l’appuntamento e i numeri lo stanno dimostrando, purtroppo.
La regione più anziana d’Italia che non riesce a vaccinare i propri anziani. Mentre in altre realtà questo funziona molto meglio, probabilmente anche perché tra tutte le altre Regioni d’Italia siamo la sola in cui il presidente è anche assessore alla Sanità, riuscendo a ricoprire male entrambi i ruoli. Servono proposte radicali che correggano ritardi ed errori gravi, che ci fanno essere tra le ultime regioni d’Italia”.