Festival della Comunicazione, per la nostra rinascita sociale ed economica” con Carlo Cottarelli, Federico Fubini e Danco Singer
Nell’incontro, che è stato seguito in diretta da oltre un centinaio di persone, si è dibattuto di come il mondo intero abbia necessità di riformulare un modello di crescita sostenibile, non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale. Una strada per uscire da quell’inferno in cui oggi ci troviamo, garantendo più opportunità per le nuove generazioni. Il primo requisito essenziale e fondante emerso dal dibattito è la necessità di garantire una reale uguaglianza sostanziale nelle possibilità, a cui fa seguito il premiare il merito.
Cottarelli, Fubini e Singer hanno poi discusso – approfondendo alcuni dei punti che Cottarelli ha esposto nel suo nel suo nuovo libro “All’inferno e ritorno” edito da Feltrinelli – di spesa pubblica, di miglioramento della pubblica amministrazione, di Recovery Plan e di futuro della politica italiana. A più riprese è stata sottolineata l’importanza della scuola come asset strategico per il sistema paese, a cui destinare necessariamente più ritorse.
Riguardo alla formazione, in particolare, Cottarelli ha spiegato: “Siamo l’unico paese europeo che prima del Covid-19 aveva una spesa per pubblica istruzione che era inferiore alla spesa di servizio per il debito pubblico. Siamo particolarmente bassi in due aree, i primissimi anni e l’università: abbiamo il grado di copertura degli asili nido tra i più bassi d’Europa, al 24,7%, e all’interno dell’Italia si va da livelli superiori alla media europea per l’Emilia Romagna a valori inferiori al 10% per la Calabria. Il minimo richiesto come copertura dall’Europa negli obiettivi fissati già per il 2021 è del 33%, per portarla al 35-36% servono 4 miliardi di euro di investimenti più una spesa corrente di un miliardo l’anno. Possiamo avere questa spesa dai soldi del Recovery Plan, e peraltro la spesa per gli asili nido è fondamentali anche in termini di uguaglianza di possibilità e di genere, perché in assenza di asili l’assistenza ai bambini piccoli ricade soprattutto sulle donne.
Sul fronte dell’università, siamo al penultimo posto in Europa davanti alla sola Romania per numero di laureati, e per la spesa pubblica universitaria pro capite siamo all’ultimo. Nella fascia centrale, scuole elementari, medie e superiori, bisogna spendere di più ma soprattutto spendere bene. Non abbiamo classi pollaio, ma abbiamo insegnanti poco pagati, con una progressione di carriera più lenta, poco motivati