ALBENGA- Si sono svolti ieri pomeriggio nella Chiesa Cattedrale di San Michele Arcangelo ad Albenga i funerali di Fabio Brandalise che era deceduto lunedì all’ Ospedale San Paolo di Savona a soli 59 anni.
Brandalise, che era molto noto e ben voluto in tutto il comprensorio ingauno, era un dipendente dell’ ASL ed aveva una grande passione per l’ arte. E proprio per conoscere meglio questo aspetto della sua persona ci siamo rivolti al critico d’ arte ed all’esperto e curatore di mostre che meglio lo conoscevano sotto questo aspetto.
“La carriera artistica di Fabio Brandalise– ci ha spiegato un rattristato Pascal Mc Lee, critico d’arte – era iniziata nel 2014 con l’incontro con il curatore artistico Luise Pierluigi in occasione di una mostra ad Albenga a palazzo Oddo. Si trattava di una mostra internazionale con artisti storici ed affermati insieme a nuovi talenti. Le sue opere rispecchiavano totalmente la sua anima, una persona umile, sincera e profonda. Luise entrò nel laboratorio di Fabio per visionare alcune sue opere ed immediatamente si innamorò dei suoi progetti, della sua semplicità nel cogliere e trasmettere nell’operato l’armonia pura del pensiero cosmico. Lo volle in quella mostra internazionale e lo inserì senza alcun ripensamento”.
Da allora iniziò un percorso artistico che, secondo il parere dello stesso Luise, portò Brandalise a diventare un bravo e attento artista. Tra le tante mostre di rilievo a cui prese parte vanno segnalate quelle al Museo UnderGroundZero, a Genova Art, al Museo Brâncuși in Romania, a Villa Bombrini a Genova, alla Galleria Dogmart di Bucarest, alle varie collettive degli “Amici nell’Arte” ed all’ EXPO di
Milano, dove era stato scelto dalla commissione di esperti coordinata da Vittorio Sgarbi.
“Stava crescendo molto come artista- ci ha spiegato un commosso Pierluigi Luise- ed io ne ero fiero, come un padre è fiero del proprio figlio. Era una persona mite ed aveva un certo garbo: qualità che trasparivano dalla pulizia delle sue invenzioni pittoriche e scultoree e lasciavano intravvedere una buona dose di curiosità, di voglia di ricercare, di proporsi. Fabio ha quindi amato la ricerca, la contaminazione e l’uso di velati cromatismi. Altrettanto colta è stata la sua ricerca nel gioco degli equilibri. Squarci che aprono all’infinito o a ciò che di profondo e impalpabile esso contiene. Originali metafore per indagare col cuore e costruire con l’intelletto. Un rimandare a processi culturali ed una visione della memoria, senza la necessità di narrare, semmai, con la pretesa di evocare sensazioni. Fabio Brandalise ci ha regalato con i suoi lavori speranze di silenzio meditato, sodalizi costruttivi che forse non hanno saziato la sua sete di sapere, di raccontarsi, di fare, che giustifica, tutto sommato, il privilegio di essere artista, comunicatore, autore, cantore di sensazioni magiche”.
La nostra redazione si unisce al dolore della mamma Clara, dei famigliari, dei parenti e degli amici per la perdita di una così cara persona.
CLAUDIO ALMANZI