Il 23enne era stato picchiato a Ventimiglia dopo aver tentato il furto di un cellulare ad una coppia
Ci sono i primi indagati nell’inchiesta sulla morte di Moussa Balde, il migrante 23enne della Guinea che a fine maggio si è suicidato all’interno del Cpr, Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino, dove era stato mandato dopo aver tentato il furto di un cellulare ed essere stato picchiato a Ventimiglia.
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Il 23enne, irregolare sul territorio, dopo aver tentato il furto di un cellulare, era stato aggredito e picchiato da tre italiani all’uscita di un supermercato di Ventimiglia e picchiato.
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Gli aggressori, identificati grazie ad un video, andranno a processo per lesioni.
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Il 23enne era stato dimesso dall’ospedale ed era poi stato trasferito al Cpr, avendo il permesso di soggiorno scaduto e un decreto di espulsione.
Gli indagati sono il direttore della struttura e il medico coordinatore.
La procura, ipotizza l’omicidio colposo ed intende comprendere se siano state violate regole e norme di cautela, portando il giovane al suicidio.
Il procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo e il pubblico ministero Rossella Salvati, riportano alcuni quotidiani locali, hanno compiuto un’ispezione al Cpr, insieme ai carabinieri del Nas e a personale medico.
Gli investigatori vogliono rendersi conto dello stato dei luoghi e della situazione all’interno della struttura.