“Noe Nae Noe”: uno sciogli-lingua genovese – semplicemente impronunciabile per i foresti – trasformato in poesia pura dalla musica di Fabrizio Casalino, genovese di Pegli, e dai disegni di Sergio Olivotti, finalese Doc.
Da una parte c’è un video, suonato e cantato dallo stesso Casalino, che sta avendo un grande successo su YouTube; dall’altra c’è un bel libro illustrato, con copertina rigida, pubblicato dalla casa editrice Black Dog, di Savona. E chi compra il libro, grazie a un codice QR inquadrato con lo smartphone, può accedere direttamente al video, e sentire la canzone mentre sfoglia le pagine con le illustrazioni magiche di Olivotti.
«Il più noto scioglilingua genovese è in realtà un mugugno – racconta Casalino – Significa che abbiamo un problema in partenza, che c’è qualcosa che non va. Non è come dire “trentatré trentini entrarono a Trento, tutti e trentatré trotterellando”, un bel gioco di parole che suona bene. No, noi abbiamo una nave che non funziona! Belandi! La più nuova! Con quello che l’abbiam pagata! Ma perché non va? Si può fare qualcosa? Perché nessuno se ne occupa, di questa nave che non riesce a partire? Allora io ho deciso di fare qualcosa, un piccolo atto poetico. Volevo farla ripartire. Angela Cascio e Marcello Figoni, della Black Dog, hanno creduto in questa idea e mi hanno pubblicato il volume. Ma le illustrazioni di Sergio Olivotti sono state indispensabili per trasformare la mia storia in un’opera d’arte».
Il libro è indicato per un’età dai 5 anni in su: perché per i bambini è solo una cosa divertente, mentre gli adulti ci possono agevolmente leggere dei significati nascosti.
“L’idea è venuta a Fabrizio Casalino – afferma Sergio Olivotti – Aveva questa canzone nel cassetto da 4 anni, voleva ricavarne un video. Ci ha presentato un’amica comune: io gli ho fatto lo storyboard e dopo un po’ il progetto ha preso forma. Anche se io sono un illustratore, non sono specializzato in animazioni. Nelle pagine potete vedere un po’ del mio bestiario di creature a metà strada tra l’immaginario, il fantastico, e la quotidianità. Tra il sogno e il reale”.
“Io di solito non parlo genovese – riprende Casalino – forse perché mio papà a casa non lo parlava. Mio padre usava il genovese solo sul lavoro: una cosa inevitabile, visto che faceva l’avvocato per la Culmv, la Compagnia unica lavoratori merci varie, quella di Paride Batini. Poi per fortuna Fabrizio De Andrè ha sdoganato definitivamente il genovese anche ben oltre i confini regionali: il suo lavoro ha ovviamente influenzato il lavoro di tutti noi artisti liguri, in un modo o nell’altro. La canzone è nata in modo semplice. Cinque anni fa, prima ancora del Morandi e del Covid, Genova mi sembrava una città paralizzata, che affogava nel nulla. Mi è venuto in mente questo scioglilingua. E se fosse vero? Mi sono domandato. E se davvero ci fosse una nave che non vuole andare? Per quale motivo dovrebbe non fare il suo lavoro, che è quello di navigare? E così è nata la storia di questa nave nuova, la più nuova delle nove navi nuove sul molo nuovo, che non vuole navigare: la metafora di tutta la città. Io sono un artista, un musicista, non ho mezzi materiali per fare qualcosa in grado di dare una scossa a Genova: potevo dare il mio contributo con l’arte, la poesia, la musica. La nave che non va mi è subito apparsa come una metafora della città bloccata. Con questo piccolo atto poetico volevo farla ripartire. Poi, è chiaro, ci sono state anche altre suggestioni: come negare che mi ha influenzato anche Sergio Endrigo, con la sua Arca di Noè?”.
PAOLO FIZZAROTTI