Venerdì 30 luglio, alle ore 21.15, il Nervi Music Ballet Festival 2021 presenta Ellington Čajkovskij – The Nervi Concert, evento dedicato alla grande musica, in prima esecuzione assoluta.
Protagonisti in scena, i musicisti del Dado Moroni Trio – Dado Moroni al pianoforte, Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Enzo Zirilli alla batteria – svetteranno sull’Orchestra del Teatro Carlo Felice, alla testa della quale si alterneranno due direttori d’eccezione, il “classico” Marco Guidarini e il direttore “jazz” Paolo Silvestri.
Il programma di The Nervi Concert si apre con la Suite dal balletto Lo schiaccianoci su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, per la coreografia di Marius Petipa e Lev Ivanov, con la direzione musicale di Marco Guidarini, cui segue l’omaggio al genio di Duke Ellington, con la Suite tratta dal balletto The River, creato da Ellington nel 1970 per l’American Ballet Theatre su coreografie di Alvin Ailey, con la direzione musicale di Paolo Silvestri.
A concatenare in un unicum coerente e inedito i due capolavori sarà il percorso in chiave jazz sviluppato dal Dado Moroni Trio.
Cosa unisce Duke Ellington a Čajkovskij? Entrambi hanno scritto balletti meravigliosi, che hanno fatto e continuano a fare sognare nei decenni.
Nel jazz e nell’improvvisazione la chiave per fare emergere le loro peculiarità, certi che il jazz e la classica abbiano ancora moltissimo da dirsi e da condividere, in nome di una comune nobiltà culturale.
Nella partitura della sua suite sinfonica dal balletto su coreografia di Alvin Ailey The River, del 1970, in sette movimenti (Spring, Meander, Giggling rapids, Lake, Vortex, Riba, Village Virgins), Ellington scrisse descrizioni dettagliate degli eventi e delle scene rappresentanti il fiume, nel suo corso dalla sorgente gorgogliante al mare. Preso dall’immaginario dell’acqua in tutte le sue forme (e dopo essersi immerso nell’abbondante repertorio di “water music” nei secoli, da Haendel a Debussy), Ellington intende il corso dell’acqua – dalla sorgente, attraverso il fiume fino al mare, poi evaporando per tornare sotto forma di pioggia o neve – anche quale metafora spirituale. Quando raggiunge il mare, scrive, “il fiume non è più”.
La facilità melodica espressa, cent’anni prima, da Čajkovskij nel balletto coreografato da Marius Petipa Lo Schiaccianoci (1892), sua caratteristica più evidente in generale, è solo uno dei tratti che da sempre affascina la musica improvvisata e in particolare il jazz, tanto che lo stesso Duke Ellington dedica al capolavoro del balletto classico la sua Nutcracker Suite (1960). L’atmosfera incantata e i tratti fiabeschi sono un altro aspetto di fascinazione che risuona a lungo, dopo ciascuna visione del balletto o ascolto dell’omonima suite, e che ne fanno uno dei titoli “cult” della tradizione natalizia anglosassone. Eli/P.