Sei donne che hanno cambiato il mondo, all’Anfiteatro Bindi di Santa Margherita Ligure, va in scena lo spettacolo di Gabriella Greison
Sei donne che hanno cambiato il mondo, è un spettacolo di Gabriella Greison, tratto dal suo omonimo libro, edito da Bollati Boringhieri.
Si tratta di uno degli eventi del ciclo ‘Aspettando il G20 – Ministerial Conference on Women’s Empowerment’, voluti dal Comune di Santa Margherita Ligure e con la collaborazione di Regione Liguria e Università di Genova.
Il monologo di Gabriella Greison, nello specifico, è la proposta curata direttamente da ‘Piazza Levante’, nell’ambito di questa rassegna di cui il nostro settimanale è media partner, mentre lo sponsor principale è Duferco Energia.
Per seguire dal vivo ‘Sei donne che hanno cambiato il mondo’, l’ingresso è libero, ma occorrerà essere in possesso della certificazione green pass. La prenotazione del proprio posto si può effettuare dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 12, telefonando al numero 0185 205314.
Lo spettacolo di Gabriella Greison, che è molto seguita anche sul web, grazie al suo blog Greison Anatomy (www.greisonanatomy.com) e alle rispettive pagine Facebook e Instagram, prende spunto dal libro ‘Sei donne che hanno cambiato il mondo.
Le grandi scienziate della fisica del XX secolo’, pubblicato nel 2017. Sono sei storie brevi, “le mie sei eroine della scienza”, racconta l’autrice: Marie Curie (1867-1934), Lise Meitner (1878- 1968), Emmy Noether (1882-1935), Rosalind Franklin (1920-1958), Hedy Lamarr (1914-2000) e Mileva Maric (1875-1948).
“Per molti – osserva Gabriella Greison – saranno nomi sconosciuti, eppure queste sei donne sono state delle pioniere. Sono nate tutte nell’arco di cinquant’anni e hanno operato negli anni cruciali e ruggenti del Novecento, che sono stati anni di guerre terribili, ma anche di avanzamenti scientifici epocali.
C’è la chimica polacca che non poteva frequentare l’università, la fisica ebrea che era odiata dai nazisti, la matematica tedesca che nessuno amava, la cristallografa inglese alla quale scipparono le scoperte, la diva hollywoodiana che fu anche ingegnere militare e la teorica serba che fu messa in ombra dal marito”.
Le sei eroine raccontate da Gabriella Greison “non sono certo le sole donne della scienza, ma sono quelle che forse hanno aperto la strada alle altre, con la loro volontà, la loro abilità, il talento e la protervia, in un mondo apertamente ostile, fatto di soli uomini.
Sono quelle che hanno dato alla scienza e a tutti noi i risultati eclatanti delle loro ricerche e insieme la consapevolezza che era possibile, ed era necessario, dare accesso alle donne all’impresa scientifica. Non averlo fatto per così tanto tempo è un delitto che è stato pagato a caro prezzo dalla società umana”.