Quanto è bello e semplice rifugiarsi nei gloriosi ricordi quando il presente non soddisfa le aspettative. Così domenica il pubblico doriano ha potuto riabbracciare un mito degli anni ’80 blucerchiati, riscaldando una grigia domenica d’ottobre.
Poco prima del fischio d’inizio tra Sampdoria e Udinese infatti ha fatto visita una vecchia conoscenza del mondo doriano.
Direttamente dall’Irlanda è arrivato Liam Brady, centrocampista e regista mancino classe 1956, che ha militato nella Samp dal 1982 al 1984.
Al suo arrivo a Genova – dopo un’esperienza alla Juventus – Brady trovò una Sampdoria neopromossa ma motivata dalle ottimistiche speranze del Presidente Mantovani (che l’acquistò nel 1979), fece da chioccia al giovane Roberto Mancini e duettò con l’altro formidabile straniero: Trevor Francis. Tutti arrivati nel 1982, anno capitale da cui partirà l’escalation verso la Samp D’oro 1991.
Era la Samp guidata da mister Ulivieri che regalò un avvio strabiliante con la famosa triade di vittorie su Juventus, Inter e Roma. Durante i due anni trascorsi a Genova il centrocampista collezionerà 71 presenze e 6 gol; ricordato e ammirato da tutti per la sua intelligenza calcistica, la capacità di leggere sempre il gioco in anticipo, e i suoi missili micidiali da fuori area.
Brady non ha mai nascosto l’affetto che lo lega ai colori blucerchiati, che può passare il tempo ma restano addosso sempre a tutti. Così si spiega il suo ritorno a Marassi, dopo l’ultima volta del 2017.
Certo lo scenario e l’ambiente ora sono cambiati un po’. La ruggente e affollatissima Sud degli anni 80 è per lo più un ricordo, e per dare il colpo finale ci ha pensato il coronavirus. Un po’ di rammarico lo ha manifestato: “Questo non è il Ferraris che ricordo io” consapevole della linea dura intrapresa dal mondo del tifo doriano, e poi ha espresso il suo giudizio riguardo le condizioni della squadra attuale: confusione in difesa e poco filtro a centrocampo.
Nonostante questo i tifosi presenti sugli spalti hanno riservato una calda accoglienza all’irlandese, che ha salutato con un giro di campo, la sciarpa blucerchiata al collo e un pugno chiuso verso i tifosi.
Poi eccolo che si dirige verso la Sud, in questi tempi di restrizioni popolata principalmente da giovani, che sicuramente sapevano chi fosse ma non ne hanno mai potuto ammirare le gesta.
Chissà che avrà pensato Brady, mentre guardava negli occhi i figli dei veterani della Sud, mentre veniva applaudito da uno stadio semideserto o durante il match, quando si arrancava contro una diretta concorrente in casa propria.
Chissà se anche lui, come noi è stato vinto dalla nostalgia. Francesca Galleano (foto Simone Mora)