Zero, Battisti, Gaetano e i loro tre album più iconici, dopo la pubblicazione di Lucio Dalla e Fabrizio De Andrè, si torna in edicola
Zero, Battisti, Gaetano e i loro tre album più iconici, il 29 ottobre per la collana Legacy Vinyl Edition di Sony Music altri tre album iconici della musica italiana: “Amore non amore” di Lucio Battisti, “Trapezio” di Renato Zero e “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano.
La particolarità della collana Legacy Vinyl Edition risiede negli straordinari contenuti editoriali che accompagnano le pubblicazioni: i vinili, oltre ad essere in edizione limitata e rimasterizzati, sono arricchiti da preziosi libretti con testimonianze inedite, da parte degli artisti e musicisti che parteciparono alle registrazioni, dei produttori e arrangiatori, degli stessi fotografi, ma anche i ricordi degli amici e dei personaggi dello spettacolo, senza tralasciare le analisi degli album da parte dei giornalisti dell’epoca, corredati di fotografie storiche.
Racconti, aneddoti e retroscena che rievocano circostanze lontane nel tempo, ricreando l’atmosfera del momento storico, e facendoci rivivere suggestioni di una stagione di grandissima creatività.
“Amore e non amore” di Lucio Battisti viene ripubblicato in vinile rimasterizzato a 24bit/182KHZ, in occasione dei cinquant’anni dalla sua prima uscita, nel 1971 per la Ricordi. È il quarto disco ufficiale di Battisti ma il primo composto interamente da brani inediti. Un concept album dalla tracklist a brani alternati, uno cantato e uno strumentale. È un disco atipico, che nasce dall’amore sfrenato di Lucio per il progressive, che a quell’epoca non si era ancora diffuso, e forse questo è uno dei motivi per cui questo lavoro non ebbe un grande successo commerciale.
È un album suonato e registrato in modo molto libero: Battisti faceva ascoltare le canzoni ai musicisti, spiegava quando dovevano entrare e cosa dovevano fare, si provava due o tre volte e si registrava. La direzione artistica del disco è di Mogol e tra i musicisti che parteciparono alle registrazioni ritroviamo i componenti della futura Premiata Forneria Marconi, Alberto Radius, Dario Baldan Bembo, il bassista Giorgio “Fico” Piazza. Nel libretto che accompagna e arricchisce il vinile, ritroviamo i loro ricordi, racconti e aneddoti, che fanno luce su uno dei periodi della produzione di Battisti meno conosciuti al grande pubblico.
“Trapezio” di Renato Zero è il terzo album da studio dell’artista, ripubblicato in vinile per la collana di Sony Music in occasione dei quarantacinque anni dalla sua uscita nel 1976. Il mix di anticonformismo, canzoni dalle grandi melodie e testi toccanti contenuti in Trapezio, apre un percorso artistico mai visto in precedenza nel nostro paese. Racconta Renato: “Mi dicevano: è arrivata la sposa. Per alcuni ero la proiezione delle loro repressioni”.
Ma quando esce “Trapezio”, gli scandali in Italia sono ben altri e molto più seri. Nell’introduzione al disco, all’interno del booklet, curato da Paolo Maiorino, riviviamo quel periodo storico e culturale, incluso quello del rinnovamento in atto in Italia, di cui quest’album è perfettamente in linea. Il disco contiene 11 tracce intramontabili, testi sorprendenti che spaziano dalle tematiche sociali ad altre più ironiche, interpretate con quel misto di brio glam, sensibile delicatezza e sfacciata teatralità che solo Zero sa portare con credibile equilibrio e trascinante istrionismo.
Trapezio è l’album che ha aperto la strada dell’affermazione di Renato Zero, quello che darà i primi segni di un successo che diventerà monumentale. Con questo lavoro, Renato tocca per la prima volta il suo Zenith, divenendo l’artista che catturerà il cuore di milioni di “sorcini”, di “zerofolli”, il suo esercito agguerrito che lo incoronerà Re del pop per decenni.
Trapezio ottiene il riconoscimento di larga parte della stampa ma provoca anche critiche e perplessità. Il libretto del vinile contiene molte delle dichiarazioni dell’epoca, tra cui quelle di Maurizio Costanzo, Paolo Limiti, Paolo Giaccio, Dario Salvatori, Franco Califano, Ornella Vanoni, Gianni Morandi, Loredana Bertè.
“Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano esce in occasione dell’anniversario della nascita, il 29 ottobre 1950. Straordinariamente iconico, il secondo album in studio di Rino uscito nel 1976, mette al centro solitudine ed emarginazione, a partire dalla copertina che ritrae un cane inquadrato da un riflettore. Una tesi sostenuta da molti è che il protagonista di quella canzone e del concept in generale fosse proprio lui.
Ma proprio come il carattere di Rino, anche questo disco vive di momenti diametralmente opposti: si passa dalla poesia di “Sfiorivano le viole” all’amore universale di “Cogli la mia rosa d’amore”, dall’intensità di un testo solo apparentemente paradossale come la title track, ad un brano filastrocca come “Berta filava”, un altro aspetto peculiare dello stile riconducibile a Rino e che in qualche modo lo condizionava e preoccupava.
Mio fratello è figlio unico ci può aiutare a comprendere meglio quanto Rino Gaetano fosse geniale anche dal punto di vista musicale, sia nella composizione, che negli arrangiamenti. In particolare, la testimonianza di Arturo Stàlteri aiuta a comprendere questo aspetto del suo talento, rimasto indubbiamente nell’ombra per tanto tempo.
Il contributo di Stàlteri (che suonò in due dischi di Rino) dipinge un artista a tutto tondo, capace di continue intuizioni e perfettamente a suo agio nella scelta degli strumenti per gli arrangiamenti. Aneddoti e retroscena raccolti nel booklet confermano la straordinarietà di questo artista, fuori da ogni schema, e profondamente umano.
La collana Legacy Vinyl Edition è stata pensata non solo per i numerosi fan degli artisti ma per un pubblico di appassionati interessati alla riscoperta del nostro grande patrimonio artistico, tra cui moltissimi giovani, sempre di più incuriositi e spinti ad approfondire le nostre radici culturali.
Il vinile, parte della storia della cultura del Novecento, sta vivendo una nuova stagione di successo, dopo un tramonto negli anni 80 dovuto alla sua sostituzione, da parte dell’industria discografica, con il compact disc, in formato digitale.
A contribuire a questo ritorno in auge c’è probabilmente un ritrovato modo di ascoltare musica, il vero piacere dell’ascolto, un certo bisogno di ritualità a cui è legata il vinile e che passa anche da un riappropriarsi del tempo, riassaporando i ritmi lenti, complice il lockdown, per un ritorno alla fruizione della musica non più come sottofondo.
Un’esperienza di ascolto che ci trasporta in un’altra dimensione, un ritorno all’amore per un certo tipo di suono e di atmosfere, in contrapposizione all’idea di una musica “mordi e fuggi”, tipica dell’ascolto in digitale.