Corpi idrici, Sabato 13 al Teatro nazionale di Genova, sinfonia da una città nella programmazione di Electropark 2021
Corpi idrici, Sabato 13 al Teatro nazionale di Genova, al Teatro Ivo Chiesa uno spettacolo multidisciplinare inserito nella programmazione di Electropark 2021, frutto di un percorso di ricerca collettiva che si concentra sull’acqua nel territorio genovese, osservandone le emergenze, i cicli, i flussi, gli equilibri e la geografia.
“Corpi idrici, sinfonia da una città” è il racconto di un viaggio, tradotto in un itinerario di esplorazione in cui lo spettatore partecipa e osserva i diversi aspetti dell’acqua, intesa come un elemento in connessione con l’ecosistema ambientale e lo sviluppo del territorio genovese.
Genova – Forevergreen.fm in collaborazione con Teatro Nazionale di Genova invitano i/le genovesi a partecipare allo spettacolo CORPI IDRICI, SINFONIA DA UNA CITTA’, al Teatro Ivo Chiesa-Teatro Nazionale sabato 13 novembre 2021, alle ore 21. La data segna il termine dei lavori della COP26 sul clima, a Glasgow (1-12 novembre), segnalando l’impegno del teatro nell’assolvere i compiti assunti dall’Italia, come partner ufficiale dei COP26, per la mobilitazione della società civile, emanati anche dall’Agenda 2030 attraverso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che il Teatro ha sposato nella stagione 2021/22 Human Pride.
Lo spettacolo CORPI IDRICI, SINFONIA DA UNA CITTA’ -inserito nella programmazione multidisciplinare di Electropark 2021, produzione Forevergreen e co-produzione Fondazione G. Feltrinelli di Milano- è frutto di un percorso di ricerca collettiva che si concentra sull’acqua nel territorio genovese, osservandone le emergenze, i cicli, i flussi, gli equilibri e la geografia.
I corpi acquatici di quest’area, una terra portuale complessa, viva e multiculturale, hanno rappresentato nel corso del tempo un vettore di scambio con altri territori ma anche una fonte di pericolo. Molti dei torrenti e dei rii della città di Genova sono stati dimenticati o addirittura tombati, causando numerose inondazioni riversatesi in mare e sul territorio urbano. Lo spettacolo è il racconto di un viaggio, tradotto in un itinerario di esplorazione in cui lo spettatore partecipa e osserva i diversi aspetti dell’acqua, intesa come un elemento in connessione con l’ecosistema ambientale e lo sviluppo del territorio genovese.
Nei primi giorni di novembre si terrà a Glasgow un evento di portata mondiale che molti ritengono essere la migliore, ma anche l’ultima, opportunità che abbiamo per tenere sotto controllo le conseguenze devastanti dei cambiamenti climatici. Si tratta del 26° vertice annuale della COP, cioè la Conferenza delle Parti dell’ONU, con la partecipazione di 190 governanti. Dal primo vertice ad oggi, la questione delle risorse idriche è diventata, da marginale, una priorità assoluta ed è evidente il rischio estremo provocato da una gestione predatoria e diseguale degli assetti idrogeologici.
Tanto che gli obiettivi strategici della COP26 a questo riguardo rivendicano, con massima urgenza, alcune disposizioni dell’Agenda 2030, quali: la tutela dei corpi idrici nell’ambito di ciascun bacino idrografico; la gestione integrata dell’aspetto qualità-quantità della risorsa idrica, prevedendone anche il risparmio; e la salvaguardia per ecosistemi richiedenti specifiche misure di prevenzione e protezione per evitare la perdita di beni, ambienti naturali e vite umane (https://ukcop26.org/cop26-goals/).
Oggi risulta chiaro che la nostra realtà di abitanti di città antropomorfizzate è marcata da procedimenti di acculturazione che spesso motivano comportamenti distruttivi. Tutto ciò che sta fuori ed alla portata dell’uso umano è oggettificato in merce e, come tale, consumato fino ad esaustione.
A tale percezione del pianeta come risorsa, possiamo alternare una percezione del pianeta come casa. Casa comune, ovvero condivisa da corpi umani con altri corpi che “vivono” nella parte che a ciascuno spetta: animali, fiori, foreste, fiumi, oceani, ruscelli, sassi, montagne. Se ad essi non solo i popoli nativi, ma anche noi urbanizzati diamo nome è perché quei corpi “vivi” possono essere considerati soggetti, invece che ridotti ad oggetti dei nostri desideri e bisogni. Ciò che spoglia quei corpi di soggettività e di diritti è la pretesa (umana e occidentale) che essi siano nient’altro che risorse a nostra disposizione.
Lo spettacolo CORPI IDRICI, SINFONIA DA UNA CITTA’ intende perturbare e forse modificare la percezione del nostro modo di stare e vivere nella nostra città. Partiamo dal presupposto dell’emergenza e quindi dalla necessità di non rimandare più ad altre generazioni l’acquisizione di comportamenti di rispetto ed ascolto per il nostro pianeta-casa.
Proponiamo di ripensare la macchina-mondo dal punto di vista ecologico e le politiche pubbliche dal punto di vista cosmico – giacché se tutti i corpi viventi sono “idrici” ovvero dipendono dalle acque, a maggior ragione lo è il nostro pianeta che, visto dal cosmo, è blu. Intendiamo “soggettivare” i corpi idrici e far emergere diritti eventualmente tutelabili; lo faremo installando un Parlamento in cui tutti i corpi (non solo umani) saranno rappresentati (teatralmente e giuridicamente) per interrogarci insieme sui modi della convivenza e di preservazione della vita sulla Terra e nella nostra città. Quale futuro per i fiumi nella nostra città? Quale futuro per noi umani sul pianeta blu?
La mappa di Genova rivela un sistema linfatico talmente fitto da farla apparire una città fluviale, oltreché portuale. Viverla al meglio richiede manuali di “navigazione” che tengano conto dei nostri numerosi corpi idrici (torrenti, rii, sorgenti, fiumi in gran parte sbarrati da dighe, deviati, canalizzati e tombati) non solo come minacciosi agenti di inondazioni e alluvioni ma, ancora prima, come portatori di bisogni e desideri. Dinanzi alle catastrofi, stiamo tutti a dire della furia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono (Bertolt Brecht).
Come possiamo metterci in ascolto dei corpi idrici che ci circondano, che scorrono sotto di noi, sotto i nostri piedi e le nostre automobili? Possiamo fluire e lasciar fluire? Pensando a stimolare questa percezione, abbiamo creato la Sinfonia dei corpi idrici. La tutela idrogeologica che auspichiamo consiste anche di delicate pratiche di cura che possono sorgere attraverso i sensi (il tatto, l’udito) e l’affetto, quindi l’arte, la creazione di comunità. Tutto ciò può avvenire durante uno spettacolo. Ogni atto poetico è politico.