Confisca da 6,5 milioni di euro a un imprenditore originario di Caltagirone, ma residente a Brescia e al momento detenuto per associazione mafiosa nel carcere di Marassi a Genova.
Il provvedimento, eseguito dagli uomini della Direzione investigativa antimafia (Dia), è stato emesso dai giudici della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Caltanissetta.
L’imprenditore è accusato di essere “contiguo” ai clan mafiosi di Gela, attivi nel Nisseno e con ramificazioni anche nel Nord Italia.
Gli accertamenti avviati nel 2018 e gli ulteriori riscontri effettuati “hanno consentito di mettere in evidenza – hanno riferito dalla Dia – il repentino incremento di ricchezza dell’imprenditore, ritenuto complessivamente ‘anomalo’ rispetto alla dichiarata posizione reddituale, risultata sproporzionata anche in rapporto all’elevato tenore di vita, al consistente patrimonio immobiliare e, soprattutto, alla sua ascesa imprenditoriale concretizzatasi in brevissimo tempo con la costituzione nel nord Italia di numerose società operanti in molteplici settori commerciali risultate tutte direttamente o indirettamente a lui riconducibili”.
I beni confiscati si trovano nelle province di Bergamo, Brescia, Milano, Torino, Verona, Roma e Caltanissetta e riguardano due ditte individuali con rispettivi beni strumentali, dieci società, una quota societaria pari al 60% del capitale sociale di un’azienda, un quadro del diciassettesimo secolo a firma del pittore fiammingo Jacob Joardens, ‘Flora, Sileno e Zefiro’, cinque fabbricati a Lonato del Garda (Brescia), quattro auto e 32 rapporti bancari, postali e assicurativi.