Tornano braccio teso e saluto romano in un’aula di consiglio comunale in Liguria.
Dopo il caso di Cogoleto dello scorso gennaio, che avevano visto protagonisti tre consiglieri di opposizione del centrodestra, questa volta tocca a un esponente di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Ventimiglia.
Ieri sera, durante la votazione di una mozione sulla campagna vaccinale, è stato Ino Isnardi, del partito di Giorgia Meloni, a tendere per due volte il braccio destro.
L’episodio, come ricostruito dall’agenzia Dire osservando la registrazione della seduta, è avvenuto in seguito a un richiamo formale del presidente del consiglio Andrea Spinosi (Lega) all’esponente della lista Scullino, Giuseppe Palmero, per avere utilizzato toni un po’ troppo coloriti nel suo intervento.
“Mi scuso certamente per i toni usati – ha replicato Palmero – ma in un’aula dove, tra l’altro, ci si saluta facendo il saluto romano…”.
A quel punto, ore 21.19, un paio di banchi alle sue spalle, Isnardi alza due volte il braccio destro, con la mano tesa, nell’inequivocabile gesto che ricorda il saluto romano.
Cosa che non è passata inosservata, né a qualche collega che si è lasciato andare a una fragorosa risata, né al presidente del consiglio, che ha stigmatizzato il gesto del meloniano: “Isnardi, anche te, ma smettila. Hai 70 anni. Basta”.
“Quanto successo ieri sera in Consiglio comunale a Ventimiglia, è un fatto grave. Il consigliere Isnardi saluta per ben due volte col saluto romano, con orgoglio e spavalderia, dicendo ‘sempre’. E’ inaccettabile” hanno riferito i responsabili del Partito Democratico della sezione di Ventimiglia.
“Aspetto ancora più grave – hanno aggiunto i consiglieri comunali del Pd – è che il presidente del consiglio comunale si sia limitato a riprendere in tono quasi ironico il consigliere di Fratelli d’Italia, senza un serio intervento.
Il consigliere di Fratelli d’Italia dovrebbe forse ricordarsi che se lui siede in quello scranno è perché oggi in Italia vige una Repubblica democratica regolata da una Costituzione antifascista.
In un’aula di libertà gesti che inneggiano al fascismo non possono essere tollerati. Mai”.