I carabinieri della Spezia oggi hanno riferito di avere sequestrato beni per 800mila mila euro a un nucleo familiare di nomadi, di etnia sinti.
I beni sono ritenuti dagli investigatori il provento di reati come furti in abitazione e truffe specifiche, tra cui quella del ‘falso carabiniere’.
Tra i beni sequestrati un immobile e un’area parcheggio, un Suv e conti correnti.
I militari del Nucleo investigativo del Comando provinciale spezzino, a seguito di articolate indagini, hanno quindi dato seguito a una nuova misura di prevenzione del sequestro di beni finalizzato alla confisca dell’ingente patrimonio della famiglia sinti di origini piemontesi e residente da anni nella provincia del Levante ligure.
Già nel 2020 le indagini avevano consentito il sequestro di beni per circa 2 milioni di euro a carico di altri nuclei familiari sinti con l’arresto di 15 persone partecipi a una associazione a delinquere finalizzata a reati predatori in danno di soggetti deboli.
Vista e considerata la pericolosità sociale dei nomadi, i carabinieri hanno ricostruito i flussi economici negli ultimi tre decenni, accertando un accumulo ingiustificato di beni, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
Il Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica della Spezia, ha emesso così il decreto di sequestro dei beni per 800mila euro intestati a prestanome. L’udienza è prevista a febbraio.