Costi insostenibili per i pescatori liguri in termini economici e occupazionali: a rischio settore di punta dell’economia
Costi insostenibili per i pescatori liguri, i 2022 si apre con l’ennesima ingiustificata stangata per i settori della pesca e acquacoltura ligure, che continuano a subire l’incremento dei costi concessori del demanio marittimo, costi che portano a gravi conseguenze in termini economici e occupazionali andando a gravare su una situazione già in bilico a causa del Covid-19: serve agire con urgenza per ristabilire, a livello nazionale, una tassazione equa e proporzionale, che permetta di non gravare su uno dei settori di punta dell’economia ligure.
È l’allarme lanciato da Coldiretti Liguria a seguito dell’inasprimento dei canoni demaniali comunicati dal Ministero con nota del 29 dicembre 2021, che colpisce i costi relativi alle concessioni demaniali marittime, coinvolgendo diverse categorie tra cui appunto i pescatori. Ad oggi, qualunque sia l’utilizzo delle aree interessate, l’importo minimo annuo del canone delle concessioni del demanio marittimo, lacuale e fluviale, è di 2698,75 euro (contro i 370 euro massimi precedenti).
“E’ una situazione insostenibile per le nostre imprese di pesca liguri –afferma Daniela Borriello, Responsabile di Coldiretti Impresa Pesca Liguria- che stanno assistendo ad un aumento ingiustificato del canone demaniale con un balzo da un minimo forfettario di € 369,00 a quasi € 2.700,00.
Bisogna considerare che per la pesca e l’acquacoltura lo spazio non è fonte di reddito; inoltre, le cifre non sono commisurate agli spazi di concessione e non tengono conto che alcune Cooperative di pescatori occupano solo pochi metri quadri per cui però si trovano a pagare cifre spropositate.
Si richiede fortemente, quindi, un intervento urgente delle parti politiche ai fini della modifica della norma e dell’applicazione di costi consoni e commisurati, evitando di mandare a fondo un settore già messo in ginocchio dalla pandemia e su cui gravano anche le limitazioni europee”.
“C’è bisogno di aiutare le imprese di pesca con misure che sostengano lavoro e reddito e portino a una ripresa duratura, non di misure che le mettano ancora più in difficoltà. –affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa– I nuovi canoni demaniali aumentano in modo spropositato i costi senza tenere realmente conto degli spazi occupati dai pescatori e portando avanti scelte non commisurate alle attività, che compromettono il futuro di un comparto dove il tanto atteso ricambio generazionale già di per se non è agevolato.
Questa nuova misura va a colpire soprattutto le imprese medio-piccole, in un momento in cui la pesca e l’acquacoltura stanno già attraversando un periodo di grande crisi: in Liguria le imprese hanno registrato un calo del fatturato medio del 25% (con picchi del 55%) ma nonostante questo non si sono mai fermate; non è corretto aggravarne ulteriormente i costi, rischiando, peraltro, di spianare la strada al pesce straniero ben lontano dalla qualità e dagli standard di sicurezza del Made in Italy”.