Nella Loggia degli Abbati di Palazzo ducale a Genova sarà presente fino al 13 marzo 2022 la mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini “Non mi lascio commuovere dalle fotografie”.
Si tratta di una mostra concepita in vista del centenario della nascita (Bologna, 1922) del poeta, intellettuale, scrittore e regista friulano.
La rassegna genovese si prefigge di attirare l’attenzione composita e dinamica sul più controverso e coraggioso intellettuale che il nostro paese abbia avuto negli ultimi 70/80 anni.
Pier Paolo Pasolini uomo e personaggio pubblico, intellettuale contadino e raffinatissimo poeta, immenso conoscitore dei suoi tempi e di quelli che lo avrebbero superato. E’ immortalato e costretto, attraverso il mezzo della fotografia, strumento da lui non troppo amato (“alle fotografie è sufficiente dare una occhiata. Non le osservo mai più di un istante. In un istante vedo tutto”), per la staticità che attribuiva alla fotografia stessa, se non concepita all’interno di un film.
Ciò nondimeno, Pasolini è stato uno dei personaggi pubblici più fotografati del suo tempo e molti di questi scatti sono diventati delle vere e proprie icone, così come alcune sue immortali frasi.
La Mostra
La mostra è concepita in 16 sezioni per un totale di circa 260 tra scatti e documenti dell’epoca, ciascuna sezione non ha necessariamente un legame cronologico con le altre, si tratta più propriamente di aree tematiche riguardanti il Poeta nella sua dimensione pubblica e privata. (Le Donne, I film, Il calcio, Cristo, ecc.)
I pregi della mostra sono nella rete degli enti coinvolti nella realizzazione della stessa e nella volontà di riportare al centro dell’attenzione un uomo, un intellettuale dal valore assoluto, multiforme, privo di qualsiasi pregiudizio, capace di mettersi lui stesso nei panni dell’intervistatore (vedi il colloquio con Ezra Pound, o con Ungaretti o, ancora, le interviste in spiaggia nel Docufilm I Comizi d’Amore) attraverso forse lo strumento più in voga nei nostri tempi (vedi i social), la fotografia, appunto, una fotografia indiziaria, che spinge i visitatori a cercare altri ed ulteriori indizi, fuori della mostra e dentro la produzione poetica ed artistica dello scrittore, per provare a misurarsi con la sua straordinaria prolificità creativa e pulizia del pensiero.
I Limiti
Questa mostra nasce fondamentalmente per avvicinare quante più persone possibili. Fondamentalmente chi Pasolini lo conosce poco o niente e, come si diceva prima, provare a portarle su di un piano di curiosità superiore e quindi più profondo e di maggiore conoscenza.
Credo che questo obiettivo, lodevolissimo, sia raggiunto solo in parte, nel momento in cui i visitatori sono già conoscitori di Pasolini e testimoni, attraverso l’avvicinamento alle sue opere, di quello che è stato ed è ancora oggi.
E’ da ritenere che la curiosità sia accesa solo in parte da questo bellissimo plateau di foto, che rischiano però, se troppo decontestualizzate, di dare una idea spiccia e parziale del Poeta ed intellettuale.
Le emozioni
Sono tante le emozioni provate a nel vedere PierPaolo Pasolini, in compagnia di chiunque: dagli intellettuali, ai personaggi pubblici più famosi dell’epoca (Moravia, Ungaretti, Toto’, Maria Callas), agli scontri con i fascisti, alle fotografie intime e comunque sensuali in compagnia delle donne che lui ha amato.
Da rivedere perché
Oltre per la straordinaria abbondanza di foto, tutte in qualche modo uniche e diverse, da vedere la ricca rassegna stampa post mortem: a partire dalle prime pagine dei quotidiani dell’epoca che davano notizia della sua morte. Sergio Famulari