“La settimana si è aperta con l’ufficializzazione della crisi della maggioranza che governa Regione Liguria. Uno scontro aperto dalla Lega che attacca Giovanni Toti perché ‘troppo a Roma’ e perché continua a fare sia il presidente della giunta e sia l’assessore alla Sanità e al Bilancio, trascurando la Regione Liguria, senza presenziare in consiglio e in commissione.
Sono leghisti, ma alla fine ci sono arrivati anche loro. Alla buon ora, con un anno e mezzo di ritardo.
In un crescendo di volar di stracci, la Lega ha detto che ‘la sanità è peggiorata’ (anche rispetto a quando c’era la Viale, il che è tutto dire) e che ‘Toti non è Superman’.
I leghisti per protesta martedì hanno lasciato l’aula consiliare. Di tutta risposta, abbiamo visto assessori di Cambiamo! fare post in cui elogiavano Toti, come novello Superman ligure. Fino ad arrivare alla minaccia di Toti (più rivolta ai suoi che ai suoi alleati) di andare a nuove elezioni”.
Lo ha dichiarato stamane il capogruppo regionale Luca Garibaldi (Pd).
“Alla fine – ha aggiunto Garibaldi – molto probabilmente non accadrà nulla: la Lega prenderà qualche delega in più e Toti continuerà a pensare a Roma come prima.
E intanto la Liguria continuerà a non essere governata.
Di questo spettacolo indecente della destra, a livello nazionale e regionale, l’aspetto che voglio sottolineare è questo: la crisi della destra non può essere pagata dai liguri.
Sanità, lavoro, infrastrutture, investimenti del PNRR, emergenze sociali e ambientali, la peste suina. Di tutto questo la destra non se ne occupa, tutta concentrata a farsi sgambetti e a sopravvivere.
Comunque si chiuda questa crisi, che credibilità avrà il centrodestra, che non è unito su nulla, se non sul mantenimento del potere?
Per questo i litigi della destra sono un costo della politica per tutti i liguri e compito nostro, delle opposizioni, a ogni livello, è quello di continuare a mettere la Liguria al centro, costruire sin da subito un’ alternativa, un progetto radicato e radicale per ridare alla nostra Regione un governo che abbia al centro il futuro della Liguria e di chi la vive, oggi messi in secondo piano rispetto alle ambizioni personali di Toti, di Salvini e della Meloni”.