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Il Nano Morgante | Il bollettino di guerra

Il Nano Morgante | Il bollettino di guerra
Comedian (2019) di Maurizio Cattelan

Tra gli effetti collaterali indiretti, la gestione del fenomeno Covid19 ha determinato l’attuale disordine sociale. E ha manifestato anche, nelle varie azioni di contenimento, un decisore istituzionale ambivalente:  apprezzato da chi trova rifugio in un isolamento sociale nevrotizzato, deprecato dagli altri.

In brutale sintesi, su una comunità inerme è calata come una scure, oltre la gravità dell’esordio pandemico in sé, la gravità psicologica di un battage mediatico traducibile a tutt’oggi come un giornaliero bollettino di guerra.

Queste modalità, con cui dall’alto si è inteso affermare il fenomeno e  trascinare al presente l’emergenza sanitaria del 2020, hanno contribuito a generare un clima di costante ansiosa paura.

E’ noto che il sentimento di paura permane nell’essere umano anche quando cessa la causa che l’ha generato. Tanto più quando, come nel caso nostrano, mai avverrà un cessato allarme a reti unificate,  coerente conclusione dell’ allarme iniziale.

La costante insufflazione di allerte, in tale s-regolata repubblica bananiera, non ha tardato a costituire fazioni, tutte accomunate dal sentimento di paura.

Trattasi di una società in assetto anti-prossimo, frantumata economicamente e disgregata socialmente, prodotto tipico di un’emergenza senza fine.

Senza scomodare i “ganci tira-bocca”, trucco per sembrare felici disegnato in un fumetto di Topolino del Dopoguerra,  è immediato osservare il malessere sociale  di tale battage  funereo  senza sosta.

Preso atto che persino il tempo del benessere  ha le sue malattie, resta l’ esigenza sanitaria di spedire a casa ogni decisore, ancorché di esemplare fama,  quando é incurante nell’ appesantire una comunità già tribolata.

Pensare al benessere  è un comportamento. E si materializza  quando ciascuno si sente parte di un insieme: il civis pars patriae, per scomodare Seneca. E la salute individuale, come presupposto, non può trovare conforto nell’attuale clima di nevrastenia sociale.

A maggior ragione quando viene alimentato da una comunicazione mediatica  che, neanche a parole,  comunica l’obiettivo del benessere. Massimiliano Barbin Bertorelli