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Meta, Zuckerberg: pensiamo ad un traduttore simultaneo universale

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Meta e Mark Zuckerberg

Meta, Mark Zuckerberg: pensiamo ad un traduttore simultaneo universale.

«Ognuno parlerà la sua lingua ma tutti saranno in grado di capire perfettamente gli altri, con un traduttore simultaneo universale». Questo è il progetto di Meta, la holding proprietaria di Facebook, che sta progettando «un traduttore universale istantaneo, parola per parola  ̶   per consistere, si legge nella nota    ̶  le traduzioni da linguaggio a linguaggio in tempo reale». Ha spiegato Mark Zuckerberg, amministratore delegato e fondatore della società Meta.

«Man mano che avanziamo in questa tecnologia, sarete in grado di creare mondi da esplorare e condividere esperienze con gli altri, solo con la vostra voce.  ̶   Meta, ha detto Zuckerberg   ̶   sta lavorando a un’intelligenza artificiale in grado di interpretare e prevedere i tipi di interazioni che si potranno verificare nel metaverso, lavorando sull’apprendimento automatico.

Nel corso di un evento che presentava il ruolo dell’Ai (Intelligenza artificiale) per il Metaverso, Zuckerberg ha spiegato come l’obiettivo della ricerca avanzata in questo ambito sia consentire alle persone di avere tra di loro: «conversazioni più naturali con gli assistenti vocali».  Zuckerberg ha presentato il progetto «CAIRaoke», ovvero: «un modello neurale completamente end-to-end per la costruzione di assistenti sui device», così lo ha definito il fondatore di Facebook.

Meta sta progettando e lavorando a un’intelligenza artificiale in grado di interpretare e prevedere i tanti tipi di interazioni; che si potranno verificare nel lavorare sull’ apprendimento automatico. L’Ai (artificial intelligence) riceverebbe quindi dati grezzi; invece che essere addestrata su molti dati pre – classificati un’operazione oggi abituale per i sistemi di intelligenza artificiale; che può essere anche molto lunga oltre che complessa.

Per raggiungere questo obiettivo, ha detto Zuckerberg, Meta ha riunito: «un consorzio globale di 13 università e laboratori; questo per lavorare sul più grande set di dati egocentrici. Il progetto è chiamato Ego4D+».  ABov