“L’Ucraina è una di noi e la vogliamo dentro l’Unione Europa“.
Lo ha dichiarato stasera la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, intervistata da Euronews, ricordando che “c’è un processo con l’Ucraina che riguarda per esempio l’integrazione del mercato ucraino nel mercato unico. Abbiamo una cooperazione molto stretta sulle reti energetiche”.
Una dura dichiarazione che non getta acqua sul fuoco sulla situazione. Come reagirà la Federazione Russa?
“Mentre la guerra in Ucraina infuria e gli ucraini combattono coraggiosamente per il loro Paese – ha aggiunto von der Leyen – l’Unione europea rafforza ancora una volta il suo sostegno all’Ucraina e le sanzioni contro l’aggressore, la Russia di Putin. Per la prima volta in assoluto, l’Unione europea finanzierà l’acquisto e la consegna di armi e altre attrezzature a un Paese sotto attacco. Questo è un momento di svolta”.
Il presidente Vladimir Putin l’altro giorno ha in sostanza ricordato che l’azione contro l’Ucraina si è resa necessaria per evitare che l’ex Paese Urss entrasse nella UE e nella Nato consentendo l’installazione di basi militari con missili puntati contro Mosca, a soli 300 chilometri dal Cremlino.
Una situazione che, come hanno osservato alcuni, ricorda la crisi dei missili sovietici inviati a Cuba nel 1962 con il mondo sull’orlo di una guerra nucleare Usa-Urss.
Becchi: vogliamo che cessi la guerra e inviamo armi in Ucraina?
Il ministro russo Sergey Lavrov, inoltre, l’altro giorno ha spiegato che la Federazione Russa vuole “denazificare e smilitarizzare il Paese, non occupare l’Ucraina”.
Intanto, a seguito della reazione dei Paesi Occidentali, oggi il presidente Putin ha annunciato di avere allertato il sistema di difesa, anche nucleare, della Federazione russa.
E sempre più Paesi Occidentali, che in teoria ripudiano la guerra, stanno inviando armi all’Ucraina, che non appartiene alla Nato, per aiutare le truppe di Kiev.
Perfino la Germania, dove vige una legge che vieta l’export di armi e finora restia a sostenere militarmente l’esercito ucraino, ha autorizzato l’invio di 1.000 lanciarazzi Rpg anticarro e 500 missili terra-aria di classe Stinger che saranno inviati in Estonia e da lì in Ucraina per raggirare la norma in vigore.
Secondo fonti britanniche, i Governi che avrebbero inviato o deciso di inviare armi e munizioni in Ucraina sarebbero al momento oltre venti.
Londra ha fornito finora all’Ucraina circa 2.000 missili anticarro.
Sono già stati organizzati punti di reclutamento presso le ambasciate ucraine e fra le prime ad attivarsi c’è stata quella in Israele, Paese con molti cittadini originari dell’Ucraina come del resto della Russia.
Dalla Gran Bretagna la ministra degli Esteri, Liz Truss, ha dato il suo via libera ai “volontari britannici” che vogliono combattere a fianco degli ucraini contro le truppe russe.
La Francia invierà più armamenti, ha annunciato venerdì sera il presidente Emmanuel Macron, senza specificare le consegne.
I Paesi Bassi hanno previsto la consegna di 200 missili antiaerei Stinger oltre a pistole, munizioni e sistemi radar.
La Repubblica Ceca ha approvato consegne di armi per un valore di 7,6 milioni di euro, tra cui mitragliatrici, pistole, fucili d’assalto e munizioni. In precedenza, il Governo aveva deciso di donare 4000 proiettili di artiglieria.
La Slovacchia ne consegnerà a sua volta 12 mila, insieme a tonnellate di carburante.
La Danimarca ha annunciato di voler inviare 2.000 giubbotti antiproiettile e 700 borse mediche.
Il Belgio ha aggiunto 3.000 mitragliatrici, 200 lancia granate anti carro e 3.800 tonnellate di olio combustibile.
Estonia e Lettonia stanno inviando missili anticarro e antiaerei. La Lituania sta fornendo maschere antigas, passamontagna e imbarcazioni per un valore di 1,8 milioni di euro.
La Danimarca consentirà ai suoi cittadini di unirsi come volontari alle brigate internazionali che l’Ucraina intende formare per combattere i russi, come affermato stasera dal primo ministro Mette Frederiksen.
La Svezia ha annunciato l’invio di 5mila lancia razzi Rpg anti carro all’Ucraina, derogando alla sua politica di non inviare armi in Paesi in guerra.
Gli Usa hanno stanziato altri 350 milioni di dollari per aiuti militari e armi al Governo di Kiev.
L’Italia ha annunciato l’invio di 3.400 soldati per rafforzare il fianco est della Nato.
“L’Italia – ha dichiarato il premier Mario Draghi – dà il suo pieno e convinto appoggio al pacchetto di misure contro la Federazione Russa presentato oggi dalla Commissione Europea. L’aggressione dell’Ucraina è un atto barbaro e una minaccia per tutta l’Europa. L’Unione Europea deve reagire con la massima fermezza”.
Il Governo Draghi dunque si prepara a dare via libera all’invio di materiale bellico all’Ucraina: l’elenco degli aiuti militari si sta definendo in queste ore, ma riguarderebbe armi anticarro, armi antiaeree e mitragliatrici.
Il leader della lega Matteo Salvini, pur confermando lealtà al Governo Draghi, ha scelto un profilo più pacifista: “All’Europa chiedo non di distribuire armi letali ai confini con la Russia, ma di perseguire la via del Santo Padre: confronto, dialogo, diplomazia, sanzioni. Preferisco parlare di corridoi umanitari e non voglio che la risposta dell’Italia e dell’Europa, culla di civiltà, sia che distribuisca armi letali. Comunque non in mio nome”.
“Senza lo scandaloso ritiro delle truppe da Kabul ieri – ha dichiarato la leader di FdI Giorgia Meloni criticando l’amministrazione Biden – non avremmo mai visto il tragico assedio di Kiev oggi. Perché in politica estera, quando si tratta di difendere interessi strategici e valori fondamentali, una dimostrazione di debolezza non è un’opzione”.
Sulle polemiche per l’invio di armi agli ucraini oggi è intervenuto anche il governatore ligure Giovanni Toti: “Penso che oggi dovremmo darle subito e gratuitamente ai militari ucraini che difendono il loro Paese dall’invasione russa”.