Corre l’anno 1957, il Presidente americano è il generale Eisenhower, usciva il libro di Jack Kerouac “Sulla strada” e nei juke-box imperversa la canzone “All shook up” di Elvis Presley.
E’ esattamente in quel momento che la Harley-Davidson lancia sul mercato un modello innovativo di moto: la Sportser. Un mezzo che vuole contrastare lo strapotere delle due ruote inglesi con carattere sportivo, rispondendo con motore brillante e grande guidabilità.
La “Sporty”, questo è il soprannome che guadagna in breve tempo questo modello, sarà la prima moto della casa di Milwaukee dotata di sospensioni posteriori, caratterizzata da semplicità, economicità e versatilità faranno di questo modello una vera e propria icona a due ruote.
Il mezzo diventerà uno dei più longevi del panorama internazionale, subendo come ovvio, gli aggiornamenti e le modifiche del caso a seguito dell’evoluzione dei motori e delle innovazioni tecnologiche, senza mai rinunciare alla propria originale essenza.
Oggi, la Sportser S, si presenta come profondamente modificata ma con quello stesso principio ispiratore dell’idea iniziale anche se la moto è completamente inedita e sostituisce dopo ben trentasette anni la piattaforma Evolution.
Oggi il motore è sempre il classico V-Twin raffreddato ad acqua da 1250 cc., con doppio albero a camme in testa con fasatura variabile denominato “Revolution Max 1250T” in grado di erogare 122 cavalli a 7.500 giri, mentre la coppia massima di ben 127 Nm è ottenuta a 6.000 giri al minuto.
Un propulsore completamente nuovo, già adottato sulla Pan America, lo ritroviamo oggi con una differente mappatura studiata appositamente per la Sportser S, con potenza ridotta rispetto alla sorella entrofuoristrada ma con coppia praticamente identica e soprattutto il grande senso di potenza e di unicità che la moto è in grado di emanare.
In questo modello, il propulsore è parte integrante del telaio del mezzo, che non vede tralicci inferiori o altro, favorendo così la riduzione di peso, che si attesta sui 228 chilogrammi in ordine di marcia.
Un veicolo ad alte prestazioni unito ad un carattere che non passa inosservato: uno stile di guida aggressivo con l’agilità e la manovrabilità tipiche di una moto sportiva, abilmente miscelati ad un design che sa sicuramente distinguersi dalla massa.
Un mezzo unico ed originale, dalla seduta tipicamente custom, con pedane avanzate e manubrio orizzontale, uniti a ruote di grande sezione in perfetto stile “bobber” ma con una potenza da vendere.
La linea è caratterizzata dal grande scarico laterale doppio, posizionato in alto sul lato destro, che ricorda le storiche gare di “flat track”, mentre dalla parte opposta salta all’occhio il forcellone con la barra reggi-targa, in modo da scoprire quasi completamente la grande gomma posteriore di dimensioni 180/70. Stessa impressione per l’anteriore, dove lo pneumatico da 160/70 svetta per la propria forma quasi esagerata.
Freni di alto livello, con disco singolo su entrambi i fronti, anteriore con pinza a quattro pistoncini monoblocco radiale, mentre la posteriore è monopistoncino flottante.
Le asperità del terreno sono assorbite da una forcella a steli rovesciati da 43 mm., mentre al posteriore troviamo un monoammortizzatore con piggyback; entrambi i sistemi sono regolabili.
I controlli della moto sono comunicati al pilota tramite display TFT rotondo da 4″, circa dieci centimetri, che consente di regolare le varie impostazioni, tra cui tre riding mode preimpostati (Sport, Road e Rain) ed una quarta modalità totalmente personalizzabile.
La moto è provvista di C-ABS che interviene in caso di bloccaggio delle ruote e di T-CTS che agisce sul controllo di trazione. Sempre dal display, il pilota può operare sia sul sistema di navigazione che sul’infotainment supportato dai vari smartphone.
E chiudiamo la carrellata della dotazione con le luci a LED ed il cruise control, per un viaggio sicuro e confortevole. Il serbatoio del carburante contiene 11,8 litri, il cui un consumo medio dichiarato è di circa 5,1 litri per cento chilometri.
Le colorazioni sono tre, Midnight Crimson, Vivid Black e Stone Washed White Pearl. Per rendere la Sportser S ancora più unica ed esclusiva, in perfetto stile Harley-Davidson, è disponibile un ampio catalogo di accessori e ricambi in modo da rendere la muscle-bike americana inconfondibile. E allora ecco tornata in città la cara vecchia (anzi nuova…) “Sporty”, pronta ad emozionare molti appassionati per il suo stile unico ed il suo carattere esuberante. Saliamo in sella e facciamoci raccontare da lei…
Come va
Mi siedo sulla sella e la sensazione di moto muscolosa e potente è davvero forte. La sistemazione alla guida è molto particolare, braccia distese verso il manubrio, ampio e ben posizionato, mentre le pedane sono molto avanzate in perfetto stile custom come dichiara la casa madre.
All’apparenza, la posizione di guida appare un po’ “innaturale” con il pilota che sembra essere appeso controvento ai supporti.
Al contrario, invece quando ci si accomoda sulla sella non si ha una sensazione di anormalità della seduta, anzi la moto è accogliente anche se la configurazione in ordine di marcia è molto particolare ed unica nel suo genere.
Con il transponder nella tasca della giacca, giro l’interruttore a destra ed il display si illumina. Occorre attendere il completo “check” della strumentazione prima di premere il pulsante dell’avviamento, sennò la moto sembra offendersi ed emette un suono elettronico basso, un incrocio tra batteria che si scarica ed arresto critico di un vecchio videogioco.
Se invece attendete il tempo corretto, ecco che il motore prende vita. Suono quasi impercettibile dagli scarichi, che risulta sovrastato dalla normale rumorosità meccanica del mezzo. Lascio che l’acqua circoli un pochino e si scaldi e, non ne farò un lungo caffè americano ma quando la temperatura sarà giusta, appena qualche istante, io e la Sportser S siamo pronti per partire verso la Riviera di Ponente.
La moto si muove agile malgrado la mole, il baricentro bassissimo e l’ampio manubrio rendono le manovre davvero facili in ogni condizione, anche da fermo. Ovvio, non sono in sella ad un “motoretta” da città, eppure nonostante il traffico non mi trovo impacciato, anche se il suo habitat naturale sono le strade ampie e le curve ben godibili.
I comandi sono tutti morbidissimi e dalla pronta risposta: il gas ruota leggero così come la frizione a cavo, che non necessita alcuna fatica per essere azionata.
Cambio preciso e rapido, senza incertezze e dalla corsa limitata, stessa cosa dicasi per i freni sempre all’altezza della situazione anche se non siamo davanti ad un equipaggiamento ed un mezzo da staccate al limite. In curva la Sportser si fa condurre facilmente, bassa e stabile come se fosse incollata al terreno, solo nelle traiettorie più accentuate, se l’angolo di piega aumenta, occorre forzare un pochino quasi a “cercare l’ultimo tratto della spalla della gomma” che, essendo così ampia ha bisogno di una piccola insistenza.
Sembra che la Sportser abbia un modo proprio di approcciarsi alla piega e pare che definisca lei la traiettoria confacente, se voglio allargare o stringere devo allora forzare appena la piega e lei mi asseconda senza infastidirsi e in qualche occasione mi ha portato a strisciare la pedana sull’asfalto come se mi dicesse di non aver paura ad inclinarsi… Anche questo è un tratto del suo carattere.
In questo senso, il motore è il vero protagonista della moto USA: elastico e pastoso a qualunque regime di rotazione, risponde sempre con un vigore impressionante.
Anche nella modalità Road appare pronto e brillante, con una risposta immediata ed assolutamente gestibile, se però avete voglia di adrenalina, basta premere il pulsante e commutare il riding mode su Sport. E’ qui che la cattiveria del Revolution Max raggiunge i massimi livelli: appena si ruota il gas i cavalli scalpitano dentro i due cilindri e la “Sporty” viene sparata in avanti come se uscisse dal tamburo di una Colt in un film western. La potenza davvero tanta, gli oltre centoventi cavalli si sentono tutti anche se la risposta non è rabbiosa e ingestibile, ma al contrario vigorosa ed impressionante.
L’assetto, comedetto, è roccioso e stabile, forcella anteriore ottima che garantisce una precisone assoluta, così come il posteriore che però a mio parere nell’impostazione di fabbrica tende ad essere un po’ troppo rigido.
Essendo il mezzo sprovvisto, come doveroso, di protezioni aerodinamiche, la spinta del vento si fa sentire al di sopra delle velocità codice in autostrada, mentre è del tutto gradevole in strade extraurbane. Mi da la sensazione di viaggiare nell’essenza del movimento stesso, un mezzo senza fronzoli e sovrastrutture, da guidare con piacere nella libertà dell’aria che spinge sul corpo. Pilota, mezzo e strada sono un tutt’uno, la potenza si scarica sull’asfalto e la mano guida curva dopo curva con un piacere assoluto.
Essenziale. Cullato da questo spirito, mi lascio condurre lungo le curve della riviera, dopo Arenzano, Varazze e oltre. Non mi fermerei più, prendendo a poco a poco la giusta confidenza con questa moto che mi affascina così tanto. L’inverno è arrivato ma il bel sole caldo e l’assenza di nubi rendono la giornata perfetta per un giro in moto.
La Sportser S mi regala davvero emozioni particolari lungo la sinuosa striscia di asfalto che costeggia il mare. La brezza entra dentro il casco e respiro avidamente l’aria di mare prima che il cielo si faccia buio e ci costringa a stare a casa. Un vero piacere.
La nuova nata di casa Harley-Davidson è un mezzo che davvero non passa inosservato, unico nel suo genere in quanto non vi sono diretti competitori sull’intero mercato mondiale.
Ancora una volta la casa di Milwaukee ci stupisce con una moto che rompe gli schemi, che riesce ad impressionare per le molte caratteristiche e scelte tecniche di alto livello. Una storia che arriva da lontano ma che guarda con decisione al futuro: una salda radice antica viene oggi declinata con contenuti moderni ed attuali. Il nuovo capitolo della storia Sportser è appena iniziato. “Sporty” è di nuovo in città… Roberto Polleri (Foto di Marco Patrone)
Si ringrazia calorosamente l’amico Marco Ivaldi titolare della Concessionaria Harley-Davidson Portofino di Sestri Levante (GE) per aver messo a disposizione la Sportser S per questa prova.